Il contante ha ormai fatto il suo tempo, oggi il denaro viaggia sempre più sugli stessi protocolli che costituiscono la struttura portante di Internet e con le modalità proprie dell’universo mobile: Circle Pay è un’applicazione che incarna appieno questo nuovo tipo di economia, un servizio che si inserisce di diritto nell’ecosistema FinTech proponendo una forma di scambio della moneta del tutto simile a quella di una chat.
Circle Pay
Una chat per trasferire denaro
Lanciata nel 2013 oltreoceano e disponibile dal settembre 2017 anche in Italia, è offerta in download gratuito per Android e iOS. Dopo aver installato l’app e creato il proprio account in modo del tutto gratuito (volendo è possibile sfruttare le credenziali di Facebook) si è pronti a trasferire denaro ai propri amici, parenti, colleghi o a qualsiasi altra persona in possesso di uno smartphone, indipendentemente dal paese in cui si trova. Le valute supportate sono euro, dollari e sterline. La semplicità e l’immediatezza sono i principali punti di forza del servizio: è possibile richiedere o inviare una qualsiasi cifra all’interno di una chat, tra un messaggio e l’altro, allegando GIF, emoticon e immagini come si fa ad esempio con WhatsApp. I fondi possono essere prelevati da una qualsiasi carta di credito o da un qualunque conto corrente bancario.
Il destinatario della somma (o della richiesta) riceverà in tempo reale un avviso con una notifica che compare sul display dello smartphone oppure via SMS nel caso in cui non avesse installata l’applicazione. Tutto questo senza alcuna commissione né sovrapprezzo: l’utilizzo di Circle Pay non comporta alcuna spesa, né per chi invia né per chi riceve il denaro.
Social payment e blockchain
La modalità di interazione è un elemento chiave e caratterizzante di Circle Pay. Si rivolge principalmente ai millenial o comunque più in generale a un target giovane, come testimoniano il suo approccio user friendly e l’interfaccia colorata, ma chiunque può sfruttarne le funzionalità: dai genitori che desiderano inviare denaro ai figli che si trovano lontani per vacanza, studio o lavoro senza ricorrere a un bonifico fino a un gruppo di amici per dividere la spesa di un regalo o di una serata in pizzeria o al ristorante, senza dimenticare la suddivisione delle bollette tra inquilini. Ecco dunque perché si può parlare di social payment.
Ogni transazione viene gestita attraverso il protocollo aperto e affidabile della blockchain, lo stesso su cui si basa lo scambio delle criptovalute come Bitcoin, Ethereum e altre monete virtuali. Non a caso la società è attiva anche in questo ambito, agendo come operatore per gli investimenti e il trading attraverso una gamma in continua espansione di servizi e strumenti dedicati.
È bene precisarlo, per non creare confusione: Circle Pay non è un servizio dedicato ai pagamenti in-store, dunque non può essere impiegato per effettuare acquisti all’interno dei negozi o sugli store online. Questo almeno per il momento, come ci ha raccontato Elena Lavezzi, General Manager del gruppo, in occasione della nostra Query registrata su una terrazza del FinTech District di Milano dove ha sede la divisione italiana.
Cashless society
Nel corso della nostra intervista abbiamo chiesto qual è stata l’accoglienza riservata dall’Italia e dai suoi utenti a una soluzione di questo tipo. Elena Lavezzi ci ha confermato che il nostro paese si è dimostrato fin da subito pronto per questo tipo di innovazione e tecnologia, intravedendone senza esitazioni le potenzialità e non ponendo alcun tipo di ostacolo con normative o a livello istituzionale. Il lavoro svolto da Circle e dalle altre realtà ascrivibili all’universo FinTech va nella direzione di innescare una piccola ma importante rivoluzione culturale: come sottolineato in apertura, il contante ha fatto il suo tempo e la collettività sta sempre più prendendo confidenza con il concetto di cashless society su cui si sta fondando una nuova era per l’economia.
L’italia è un paese che ha risposto molto bene a questo tipo di innovazione, è un territorio pronto a recepire e utilizzare questo tipo di tecnologie.
Circle e le criptovalute
Sebbene l’app costituisca il servizio più conosciuto del gruppo (è attivo in 29 paesi a livello globale), il raggio d’azione di Circle è ben più ampio e va oltre l’invio di denaro da persona e persona. Per comprenderlo è sufficiente dare un’occhiata al sito ufficiale, che presentando l’attività dell’azienda non ne nasconde le ambizioni: “Puntiamo a rivoluzionare l’economia globale”. Una dichiarazione d’intenti che la posiziona al centro dell’universo FinTech, dove opera anche nel già citato mercato delle criptovalute.
I fondatori Jeremy Allaire e Sean Neville (l’avventura è nata nel 2013 a Boston) hanno intravisto nell’unione di blockchain, intelligenza artificiale, machine learning e dispositivi mobile l’opportunità di creare un nuovo tipo di finanza. Una visione supportata da finanziatori come Accel, Goldman Sachs, Baidu, CreditEase, General Catalyst, Breyer Capital, CICC, Wanxiang Group e IDG Capital. L’obiettivo è stato fin dal primo momento quello di rendere possibile lo spostamento del denaro in tutto il pianeta con modalità tanto semplici quanto quelle che regolano l’invio di un’email o di un qualsiasi messaggio: in maniera istantanea, gratuita e senza rallentamenti o intoppi imposti dai confini territoriali.
Questo ha portato alla nascita di prodotti come Circle Invest, lanciato nel marzo 2018 negli Stati Uniti, un’applicazione pensata per consentire a chiunque, anche a chi ha una limitata conoscenza delle criptovalute, di creare il proprio portafoglio. Nella stessa ottica si inserisce l’acquisizione di Poloniex annunciata nel febbraio 2018, una delle più grandi realtà operanti nell’exchange delle monete virtuali. A completare il quadro è un trading desk che ad oggi muove oltre due miliardi di dollari ogni mese in monete virtuali, accessibile da investitori professionisti per operazioni dall’importo minimo di 500.000 dollari.