Coronavirus o SARS-CoV-2 è il nome di un agente patogeno che proviene dagli animali e, in seguito a una mutazione per essere in equilibrio con il sistema immunitario ospite, sfrutta le cellule del sistema respiratorio dell’uomo per moltiplicarsi. Il virus è partito dalla Cina, per essere più precisi da Wuhan, intorno alla fine di dicembre 2019 e si è diffuso rapidamente in diversi Paesi del mondo (tra cui l’Italia).
Gli scienziati hanno scoperto che la sequenza genica del coronavirus è simile almeno al 70% a quella del SARS-CoV. In base a quanto dedotto finora, è più virulento rispetto alla Sars ma meno pericoloso: secondo gli esperti, infatti, è importante continuare a seguirlo perché è molto contagioso, anche se tre volte meno letale della Sars.
Il coronavirus è responsabile di infezioni nei mammiferi e negli uccelli, come la diarrea nelle mucche e nei suini e le malattie respiratorie delle vie superiori nei polli. Nell’uomo, può causare raffreddore comune e tosse, ma in rari casi è potenzialmente letale e sfocia in polmoniti e bronchiti.
Tutto sul coronavirus
- Cos’è il coronavirus
- Sintomi
- Trasmissione
- Evitare i contatti stretti
- Incubazione
- Coronavirus nel settore tech
Cos’è il coronavirus (↑)
Il nome “coronavirus” deriva dal termine latino “corona” e si riferisce all’aspetto visibile al microscopio della forma infettiva del virus: possiede infatti una frangia di grandi proiezioni superficiali bulbose che ricorda una corona reale. Al momento non esistono vaccini validi per la prevenzione della malattia.
Il 12 febbraio 2020 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha identificato il nome definitivo della malattia in COVID-19, che sta per “coronavirus disease 2019”. Il nome definitivo che causa la malattia è invece SARS-CoV2, perché si tratta di un virus simile a quello della SARS.
Sintomi (↑)
I sintomi del coronavirus sono quelli di una normale influenza: febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie. La malattia viene contratta nella maggior parte dei casi in forma lieve, ma può anche progredire verso patologie più gravi, quali polmonite e insufficienza respiratoria. Si tratta di una malattia che non deve essere sottovalutata, perché per persone anziane, chi ha già problemi di salute e immunodepressi in generale può essere fatale.
A ogni modo, non c’è motivo di allarmarsi subito qualora si riscontrassero i sintomi. L’importante è non avere contatti stretti con sospetti di coronavirus, né con persone di aree interessate all’epidemia.
Trasmissione (↑)
La trasmissione da uomo a uomo è stata confermata, principalmente attraverso le goccioline del respiro (droplets): è quindi raccomandato di fare attenzione quando si tossisce o si starnutisce (importante coprirsi il naso e la bocca con un fazzoletto o con l’incavo del gomito). Consigliato l’uso della mascherina e, soprattutto, limitare i contatti diretti personali. In questo periodo di epidemia è infatti suggerito di restare in casa il più possibile per evitare che il coronavirus si propaghi, così come di lavarsi le mani con gel alcolico, acqua e sapone il più spesso possibile.
Solo in casi rari il contagio può avvenire attraverso contaminazione fecale. Per quanto riguarda gli alimenti, di solito le malattie respiratorie non si trasmettono attraverso il cibo: bisogna comunque fare attenzione quando si mangia, rispettando le buone pratiche igieniche ed evitando il contatto fra alimenti crudi e cotti.
Secondo i dati attualmente disponibili, le persone sintomatiche sono la causa più frequente di diffusione del virus. Non è comune, infatti, la trasmissione della malattia prima che le persone sviluppino sintomi.
Evitare i contatti stretti (↑)
I contatti stretti dovrebbero essere evitati in questo periodo, a meno che non se ne possa fare a meno (es. persone che vivono nella stessa casa). Per contatto stretto, ci si riferisce a:
- Coinquilini
- Persone che hanno avuto contatti fisici diretti con affetti da coronavirus
- Persone che sono state in un ambiente chiuso con casi di coronavirus per almeno 15 minuti, a distanza minore di 2 metri
- Operatori sanitari che forniscono assistenza diretta a casi di coronavirus
Incubazione (↑)
Il periodo di incubazione del coronavirus è compreso tra i 2 e i 12 giorni, fino a un massimo di 14. Ovviamente saranno necessarie informazioni epidemiologiche dettagliate da più persone infette per determinare con precisione il periodo in cui l’infezione è contagiosa; in particolare, più dati saranno utili per capire se la trasmissione può avvenire anche da parte di soggetti asintomatici o durante il periodo di incubazione.
Coronavirus nel settore tech (↑)
L’epidemia di coronavirus ha avuto impatto su molti Paesi e su numerosi settori diversi, tra cui quello tecnologico. A causa della diffusione della malattia, sono stati cancellati diversi eventi quest’anno, come il MWC e la GDC. Anche le varie aziende ne hanno risentito, ovviamente: sono stati interrotti per lungo tempo i voli da e verso la Cina ed è stato adottato da molte società il telelavoro.
Nonostante le misure precauzionali, Amazon ha registrato i primi casi di coronavirus interni all’azienda e, in generale, l’economia ha subito un duro colpo. Uno dei pochi settori in forte crescita è quello delle piattaforme streaming: per esempio, grazie alle scuole chiuse e al fermo di molte attività in Italia, i contenuti di Netflix hanno registrato un’impennata di visioni.