«Mai uguale a se stesso, sempre fedele allo spirito che negli anni l’ha reso un appuntamento imperdibile nel panorama mondiale»: il Festival Internazionale del Giornalismo, IJF per gli amici, è ai nastri di partenza per la sua XI edizione. Dal 5 al 9 aprile la città di Perugia verrà invasa da più di 500 speaker e migliaia di giornalisti e visitatori, che seguiranno questa manifestazione che ha tante nature: il festival umbro è un corso di aggiornamento per giornalisti, la mediazione tra professionisti famosi in tutto il mondo e giovani idealisti e speranzosi, il punto di attracco di tanti viaggi e modi di fare giornalismo, una parentesi di riflessione prima di ributtarsi in mare, tra le onde agitate di un mondo che è cambiato tanto e continua a cambiare.
Cos’è IJF
Il Festival del Giornalismo è un evento organizzato da Arianna Ciccone e Chris Potter che in poco tempo è riuscito a catalizzare l’attenzione di tutti, per tre caratteristiche superbamente intessute fra di loro: la gratuità, l’apertura all’attualità più problematica, l’internazionalità. A Perugia per qualche giorno è possibile sentire storie, testimonianze ed esperienze che sono l’estensione di quelle che occupano tutti i media, e in tutti i continenti: perciò quest’anno tra gli oltre duecento eventi tra panel, incontri, workshop, proiezioni, si può scroprire qualcosa sugli Usa di Trump, le Filippine di Duterte, la Turchia di Erdogan, la crisi migratoria dall’Africa, il terrorismo nel Medio Oriente e ovviamente anche la vecchia Europa. Lo scopo ultimo è riflettere sul mondo con la lente del giornalismo, perciò, negli anni, soprattutto gli ultimi, molto si è parlato dei cambiamenti continui della professione dovuti a Internet. La Rete non è quasi mai il convitato di pietra dei panel, spesso è parte integrante, nel programma, negli speaker, e ormai anche nelle sponsorship. Ai nomi di Google, Amazon ed Eni, quest’anno si è aggiunto “il” nome per eccellenza: Facebook.
Supportare il giornalismo attraverso le nostre tecnologie e promuovere lo sviluppo di modelli innovativi: questo lo spirito con cui anche quest’anno torniamo al Festival Internazionale del Giornalismo con un programma che ci auguriamo sia ricco di stimoli. Il Festival è da anni un’occasione di incontro e confronto importante e siamo felici di contribuire a mantenere questo spazio di dialogo.
Simona Panseri, Direttore Comunicazione per il Sud Europa di Google.
Speaker e programma
Impossibile riassumere in poche righe il contenuto del festival. Basta scorrere l’elenco degli speaker oppure il programma giorno per giorno per sentirsene come risucchiati. Tuttavia si notano alcuni filoni principali. Uno è praticamente scontato, in questo 2017: le fake news. Diversi e interessanti i panel dedicati, da vari punti di vista, a questo argomento che è scoppiato dopo la Brexit e la vittoria di Donald Trump alle elezioni americane. Con polemiche che hanno toccato anche Facebook, che non a caso ha deciso di partecipare al festival. Si nota anche una particolare attenzione al terrorismo, alla cyberwarfare, ai diritti civili (ci saranno anche i genitori di Giulio Regeni), alle tecnologie e metodologie a disposizione dei giornalisti 2.0: crittografia, fact checking, piattaforme collaborative, crowdsourcing.
Il festival però non dimentica i temi più mainstream ed è sempre capace di attirare l’attenzione di un grande pubblico. È certo il pienone per ospiti come Gazebo, Milena Gabanelli (un omaggio ai 20 anni di Report), Lercio.it che si eserciterà in un imperdibile incontro sull’era della “post-falsità”. E poi volti ed esperienze dell’informazione mondiale: John Sweeney e Andrei Soldatov su “Trump: il candidato del Cremlino?”, Mario Calabresi che intervisterà Craig Newmark su “Democrazia e media: riconquistare la fiducia dei cittadini” e Mark Thompson sulla fine dell’opinione pubblica. Ci saranno anche degli appuntamenti serali a teatro, con Lirio Abbate, Alaa Arheed e Adovabadàn, due musicisti siriani, Marco Travaglio che monologherà su Post-verità e post-giornalismo, Roberto Saviano, Diego Bianchi, Makkox, Antonio Sofi, Andrea Salerno e tutta la squadra di Gazebo Live!, Beppe Severgnini, Simona Bondanza, Stefania Chiale, Alessandro Collina che invece parleranno di… treni: tra musica, letteratura, giornalismo.
I talk
Nel programma del Festival di Perugia, spiccano quattro talk che centrano temi forti di questo periodo: Trump, Facebook, la Siria, i whistleblower. A differenza dei panel e degli incontri vari, i talk hanno una struttura uno-a-molti, si concentrano su personalità del mondo dei media, molto diverse tra loro, che porteranno al festival le loro storie, le loro esperienze, le loro riflessioni. I quattro incontri affronteranno i temi al centro della discussione pubblica e ci racconteranno storie di impegno per la democrazia, la libertà di espressione, due colonne portanti della fare informazione oggi.
Come seguirlo
Il festival di Perugia ha un proprio sito web dal quale è anche possibile seguire gli eventi principali in streaming. L’hashtag #IJF17 è ideale per seguire via Twitter il festival, condividere gli articoli e i video che le tante testate da tutto il mondo producono in loco a proposito del festival e i suoi ospiti. IJF significa anche dirette di Radio Capital, Radio1 e Radio Radicale.
La logica è quella di un grande dibattito aperto, nel quale il giornalismo discute (di) sé stesso e invita chiunque possa rel=”nofollow”sedersi allo stesso tavolo. L’ingresso è libero e lo streaming porta Perugia dove c’è interesse per un tema che si farà sempre più cruciale negli anni a venire.
I numeri
Cinque giorni, circa 250 eventi, oltre 500 speaker da 44 paesi diversi. Arrivano da tutto il mondo anche i volontari, circa 200 fra studenti, aspiranti giornalisti, fotografi provenienti da 27 diversi paesi: Argentina, Australia, Bangladesh, Belgio, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Canada, Egitto, Francia, Georgia, Germania, Grecia, Camerun, India, Iraq, Italia, Olanda, Pakistan, Polonia, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Sudafrica, Spagna, Turchia, Ucraina.