Chromecast è un dongle per la TV presentato da Google durante l’evento Breakfast with Sundar Pichai. Equipaggiato con una versione semplificata del sistema operativo Chrome OS, il dispositivo permette agli utenti di effettuare lo streaming dei contenuti multimediali sul proprio televisore anche se l’apparecchio non dispone nativamente di una connessione a Internet. Basta infatti inserirlo nello slot HDMI e fornirgli l’accesso alla rete WiFi domestica per iniziare immediatamente la riproduzione di video, musica o immagini sullo schermo in salotto, controllandola tramite PC, smartphone e tablet.
Chromecast è di fatto un ponte che collega il Web alla tv, trasformando quest’ultima in una periferica che riproduce contenuti scaricati da Internet. Il dongle porta così nuova intelligenza sullo schermo televisivo, sfruttandone qualità e dimensioni per portare la Rete in salotto.
Quanto costa e dove si compra?
Uno dei punti di forza di Google Chromecast è rappresentato dal prezzo: solo 35 euro. Proprio l’esborso economico estremamente accessibile potrebbe favorirne la diffusione sul mercato, con la commercializzazione che ha preso il via subito dopo l’annuncio negli Stati Uniti. Per chi abita al di fuori degli USA, l’unico modo inizialmente a disposizione per mettere le mani sul device è stato l’affidarsi ai circuiti d’importazione, mentre oltreoceano è stato possibile effettuare l’acquisto su store come Amazon o Best Buy, oltre che direttamente dalle pagine di Google Play. L’esordio internazionale del dispositivo ha tardato pochi mesi, fissano in Europa un prezzo pari a 35 euro (qualcosa in più rispetto ai corrispettivi 35 dollari statunitensi, al cambio circa 27 euro).
Quando arriva in Italia?
Google è disponibile in Italia a partire dal 19 marzo 2014 al prezzo di 35 euro. L’acquisto può essere effettuato direttamente online sul Google Play Store.
Come funziona?
La natura di Chromecast è quella di prendere i contenuti solitamente riprodotti su computer, smartphone o tablet e trasferirli sullo schermo più grande di un televisore. Questo rende ovviamente più piacevole e comoda la visualizzazione dei video in famiglia o in compagnia di amici, l’ascolto dei brani musicali quando ci si trova in casa oppure la visione di un film. Di fatto Chromecast è in grado di trasformare YouTube in un juke-box con tanto di video, che sfrutta la televisione come canale di distribuzione di tutta la musica preferita (è noto il successo della repository nel comparto, e il nuovo dongle non fa che aggiungere una nuova leva a disposizione dell’utenza in cerca di nuovi gruppi, nuovi brani e nuove esperienze musicali).
Tra i servizi compatibili, ovvero che offrono il supporto nativo al device, figurano YouTube, Google Play Music, Google Play Movies, Pandora e Netflix, con il gruppo di Mountain View che ha già dichiarato l’intenzione di annunciarne altri in futuro. Non bisogna ovviamente dimenticare la possibilità di condividere con la TV i contenuti Web, grazie a un’apposita estensione per il browser Chrome.
Il funzionamento di Chromecast è quanto di più semplice si potrebbe immaginare (vedi il nostro hands-on). Alle due estremità del dispositivo sono presenti un connettore HDMI, da inserire nell’apposito slot presente sul televisore, e una porta micro-USB necessaria per l’alimentazione. Una volta garantito l’accesso al network domestico è possibile iniziare la condivisione dei contenuti multimediali da PC, smartphone e tablet direttamente sulla TV. Va precisato che, ad esempio guardando un filmato presente su YouTube, lo streaming del flusso dati non avviene dal dispositivo mobile, bensì direttamente dai server della piattaforma di video sharing, attraverso il caricamento di una pagina HTML5 contenente codice JavaScript e un foglio di stile CSS per la formattazione. Il notebook, il telefono o la tavoletta fungono dunque esclusivamente da telecomando per mettere in pausa, riprendere la riproduzione, creare playlist personalizzate, regolare il volume ecc.
Applicazioni come YouTube, Google Play Music, Chrome o Netflix sono dotate del pulsante Cast, che una volta premuto interrompe la visualizzazione dei contenuti sul display di smartphone e tablet per proseguirla immediatamente sullo schermo più grande del televisore. Per attivare il pulsante “Cast” è tuttavia necessario dotarsi della specifica applicazione “Google Cast“, disponibile per il download su Google Play.
Nel corso della presentazione Google ha precisato che il sistema funziona sia con i dispositivi Android che con quelli iOS, senza limitazioni di alcun tipo. Dal punto di vista hardware, il device è costituito da un SoC Marvell DE3005, 512 MB di RAM, 2 GB di memoria flash e modulo WiFi AzureWave AW-NH387 per la connessione alla rete domestica.
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Quali sono i dispositivi compatibili?
Per controllare il funzionamento di Chromecast è necessario disporre di un device con sistema operativo Android 2.3 Gingerbread o superiore, iOS 6.0 o superiore, un computer OS X o Windows con browser Chrome oppure un Chromebook Pixel. Per lo streaming di film o musica da servizi come Netflix o Pandora (al momento non disponibili in Italia), una volta terminato il periodo di prova gratuito è richiesta la sottoscrizione di un account a pagamento.
Cosa c’è nella scatola?
Il packaging di Chromecast è piuttosto essenziale. Google ha fatto di tutto per mantenere il più basso possibile il costo finale proposto agli acquirenti ed è sicuramente riuscita a centrare l’obiettivo. Una volta sfilata la parte interna della confezione dal suo involucro e dopo averla aperta ci si trova di fronte al dongle. Nella parte sottostante trovano posto invece il cavo USB necessario per l’alimentazione, un adattatore per la presa elettrica a parete (da utilizzare nelle TV senza slot USB) e una prolunga HDMI di qualche centimetro, necessaria per i televisori con profili ridotti al minimo dove il dispositivo non potrebbe essere installato per ragioni di spazio. Alcune istruzioni di base sono invece stampate nella parte interna.
Quali sono le sue caratteristiche?
A prima vista Chromecast può sembrare simile a una normale pendrive USB utilizzata per lo storage dei dati. In realtà somiglia di più a uno dei tanti micro-PC basati su Android che di recente hanno fatto la loro comparsa sul mercato. La lunghezza è pari a 5,1 cm e il peso si attesta a 34 grammi. L’involucro è completamente nero, con il logo e il nome di Chrome stampati in grigio chiaro. Sulle due estremità sono posizionati il connettore HDMI da inserire nel televisore e lo slot micro-USB per l’alimentazione, quest’ultimo affiancato da un piccolo pulsante utile per la configurazione della rete domestica.
Il design non può certamente essere definito come tra i più ricercati, ma la scelta è giustificata dal fatto che una volta installato viene completamente nascosto sul retro della TV. Al suo interno trovano posto le componenti hardware necessarie al funzionamento, tra le quali figura anche un modulo WiFi compatibile con gli standard 802.11b, 802.11g e 802.11n.
Perché un dispositivo simile?
Proponendo un device come Chromecast, Google centra due obiettivi in un colpo solo: mettere in campo un’alternativa valida alla tecnologia AirPlay di Apple ma compatibile con i propri servizi e rafforzare ulteriormente la presenza dell’ecosistema composto da Chrome e Android nel salotto degli utenti. Il business legato alla fruizione dei contenuti multimediali è di importanza strategica per il motore di ricerca e il dispositivo è stato progettato per riuscire laddove lo scorso anno aveva fallito il progetto Nexus Q.
Quali sono i pro e i contro?
Le tante funzionalità messe a disposizione da Chromecast e il suo prezzo accessibile rappresentano senza alcun dubbio due punti di forza del prodotto. Google ha essenzialmente trovato il modo di spalancare gli orizzonti a tutti coloro che sono in possesso di un televisore senza tecnologia Smart, con una spesa di soli 35 euro. Chi invece già dispone di una TV di ultima generazione probabilmente giudicherà superfluo il suo acquisto: le suite equipaggiate sugli apparecchi di marchi come Samsung, LG, Panasonic, Philips o Sony già integrano applicazioni dedicate allo streaming di video da YouTube, Netflix o altri servizi on demand, così come per la condivisione dei contenuti multimediali all’interno della rete domestica.
Il valore aggiunto è però in questo caso costituito dal ruolo attribuito a smartphone, tablet e notebook, che possono essere impiegati per svolgere le funzioni normalmente racchiuse in un tradizionale telecomando, arricchite da feature come la gestione delle playlist personalizzate.
I nuovi Chromecast
Nel settembre 2015, Google ha presentato due nuovi Chromecast. Il primo rappresenta l’evoluzione del modello originale, con un nuovo design e una potenza di calcolo maggiore che velocizza l’esecuzione delle app e la riproduzione dei contenuti.
L’altro, invece, si chiama Chromecast Audio ed è dedicato all’ascolto della musica in ambito domestico: si connette a qualsiasi altoparlante o speaker attraverso un tradizionale jack da 3,5 mm e consente di effettuare lo streaming dei brani in modalità wireless, controllandolo tramite smartphone, tablet o computer. Il prezzo è leggermente aumentato: 39 euro invece che 35 euro come la prima versione.