Il periscopio è il dispositivo utilizzato a bordo dei sommergibili per osservare ciò che si trova al di fuori dell’acqua, un complesso sistema di specchi che grazie al fenomeno della rifrazione ottica funge da strumento di navigazione. Il termine ha assunto negli ultimi mesi un nuovo significato, almeno nella sua declinazione anglosassone, a causa della forte diffusione fatta registrare da Periscope. Periscope è una applicazione sviluppata da Twitter che sta letteralmente conquistando l’utenza mobile per via di un’estrema semplicità di utilizzo unita alle grandi potenzialità offerte, il tutto condito con dinamiche prettamente social.
Cosa è Periscope?
Periscope è una applicazione che consente di portare online l’esperienza che si sta vivendo, creando un flusso video in streaming a cui si aggiunge la possibilità di interagire da parte dello spettatore remoto. Così facendo è possibile creare una bolla attorno a sé, al cui centro c’è lo smartphone ed al cui interno vi sono sia l’utente protagonista, sia i suoi follower.
Il clamore sollevato di recente intorno a Periscope è paragonabile a quello che negli anni scorsi ha interessato Instagram: tutti ne parlano, tutti lo vogliono provare. È in primo luogo la curiosità a smuovere l’utente spingendolo all’installazione, facendogli poi scoprire le funzionalità messe a disposizione. Si inizia il più delle volte come semplici spettatori, sbirciando ciò che gli altri trasmettono, per poi iniziare a sperimentare con lo streaming diventando a tutti gli effetti dei broadcaster.
Periscope non è tuttavia il primo né sarà l’ultimo, nel suo genere: un nome quale Merkaat sta già facendo molto parlare di sé, mentre nel nostro paese è Streamago a tenere alta la bandiera del video “live” made in Italy. La forza di Periscope non è però solo nello streaming, quanto nelle sinergie che streaming e interazioni social possono maturare nella loro presenza integrata e simbiotica: videopresenza e interazione, infatti, significano coinvolgimento, ossia la quintessenza che in molti stanno cercando con lauti investimenti nel settore.
Periscope, streaming fai-da-te
A caratterizzare ogni “messa in onda" è il punto di vista in soggettiva: ciò che viene inquadrato corrisponde all’occhio dell’utente. Questo permette di entrare in diretto contatto con realtà di tutto il mondo. Basta trascorrere qualche minuto a sfogliare i feed per scoprire che si passa da chi riprende una lezione universitaria al report di un evento o una manifestazione, da chi vuole condividere un paesaggio a coloro che scelgono di raccontare pubblicamente i momenti che scandiscono la propria giornata.
Per capire cosa ha spinto il team di sviluppo a realizzare l’applicazione e quali sono le sue finalità, è sufficiente leggere la breve descrizione fornita sulle pagine del sito ufficiale dai co-fondatori Kayvon Beykpour e Joe Bernstein.
Poco più di un anno fa siamo stati affascinati dall’idea di poter scoprire il mondo attraverso gli occhi di qualcun altro. Come sarebbe osservarlo attraverso lo sguardo di chi protesta in Ucraina? O guardare l’alba da una mongolfiera in Cappadocia? Potrebbe sembrare folle, ma abbiamo voluto costruire qualcosa di molto vicino al teletrasporto. Anche se ci sono molti modi di scoprire eventi e luoghi, abbiamo capito che nulla è meglio dei video in diretta per fare un’esperienza. Un’immagine può forse valere più di mille parole, ma i video live possono portarvi in qualunque posto e mostrarvelo.
Integrazione con Twitter
Come detto in apertura, Periscope è un’applicazione sviluppata da Twitter. Ne consegue che tra il software e la piattaforma da 140 caratteri ci sia una forte integrazione. Il concetto di follower è infatti stato importato nell’app per facilitare la ricerca degli stream da guardare, così come per la condivisione degli stessi. Inoltre, le dinamiche di interazione che interessano l’app sono le stesse già ben note a chi da tempo frequenta i social network: è possibile esprimere un apprezzamento per ciò che viene trasmesso assegnando dei cuori (una sorta di “like”), oppure attraverso un sistema di commenti. Il proprietario del canale è comunque in grado di bloccare gli utenti indesiderati inserendoli in una blacklist, così da garantire l’ordine sull’attività relativa al proprio account.
Come funziona Periscope?
L’interfaccia di Periscope è suddivisa in diverse categorie. Nella prima, contraddistinta da un’icona a forma di televisore, compare l’elenco dei live trasmessi in diretta dalle persone seguite, da avviare con un semplice tocco sul display. La seconda sezione, rappresentata con un mappamondo, contiene una raccolta di canali provenienti da tutto il network che l’utente potrebbe trovare interessanti, in base ai trend del momento. “Live”, invece, è il cuore pulsante dell’app: attiva la fotocamera del dispositivo e consente di trasmettere ciò che viene inquadrato, specificando di cosa si tratta e impostando opzioni relative alla geolocalizzazione, all’accesso pubblico o privato del broadcast, ai commenti della chat e alla condivisione via tweet.
Per passare dalla fotocamera posteriore a quella anteriore è sufficiente un doppio tap sul display, mentre per interrompere la diretta basta uno swipe verso il basso, ovvero trascinare la schermata in direzione del bordo inferiore. Sempre dal sito ufficiale è possibile citare un breve testo utile a spiegare ciò che differenzia Periscope per chi guarda e chi trasmette.
- Agli spettatori, Periscope fornisce nuovi occhi e nuove orecchie. Possono viaggiare nel mondo attraverso le scarpe di qualcun antro, vedere ciò che loro osservano, ascoltare ciò che loro sentono e a volte anche provare le stesse emozioni. Guardare un broadcast non è un’esperienza passiva come quella offerta dalla televisione: su Periscope gli spettatori influenzano chi trasmette inviando messaggi ed esprimendo apprezzamento toccando lo schermo, così da regalare un cuore.
- Ai broadcaster, Periscope consente di condividere la propria esperienza con altri. Basta premere un pulsante e immediatamente ai follower viene segnalata la diretta. Sia che stiate testimoniando i primi passi di vostra figlia o un evento, l’applicazione offre un pubblico e la possibilità di effettuare un broadcast. Molte alternative sembrano tutt’altro che “in diretta”, ma su Periscope si è direttamente connessi con l’audience, in grado di percepire la presenza di chi guarda grazie all’interazione.
I cuori di cui si parla rappresentano una sorta di “like”, una modalità di interazione tipica dei social network. Sono l’apprezzamento dimostrato dagli utenti a chi trasmette, che in tempo reale li vedrà comparire sullo schermo. Il conteggio di quelli ricevuti diventa parte integrante del profilo e aiuta nel tempo a trovare nuovi follower.
Un’esclusiva temporanea per iOS
Twitter ha scelto di rilasciare Periscope inizialmente solo su dispositivi iOS, con download gratuito attraverso le pagine di App Store. Il team al lavoro sul progetto ha comunque confermato che presto l’applicazione arriverà anche in versione Android, pubblicata su Google Play. Allora si registrerà un vero e proprio boom di utenti, per via dell’oltre miliardo di device in circolazione equipaggiati con la piattaforma mobile di Google. Ancora nessun riferimento, invece, ad una possibile edizione per telefoni con sistema operativo Windows Phone.
Aggiornamento (26/05/2015): Twitter ha rilasciato la versione Android di Periscope, in download gratuito sulle pagine della piattaforma Google Play.
Periscope, anche sul Web
Sebbene la ripresa dei live video avvenga esclusivamente tramite la fotocamera dei dispositivi mobile, lo streaming dei canali in onda su Periscope può essere effettuato anche da computer desktop, all’interno di un browser tradizionale. Per avviare una trasmissione, anche senza essere registrati al servizio, è sufficiente una ricerca su Twitter. Il link ha solitamente questo formato: “http://www.periscope.tv/w/***”, dove gli asterischi sono sostituiti da un codice univoco. Da segnalare che ogni trasmissione è salvata per 24 ore e che fino allo scadere del periodo in questione può essere riprodotta, ma ovviamente chi l’ha realizzata ha facoltà di eliminarla in qualsiasi momento.
Lo sdoganamento dei video verticali
I video verticali sono sempre stati considerati frutto di un errore tecnico in ambito Web, soprattutto dai puristi. Uno sbaglio il più delle volte commesso da chi è solito impugnare lo smartphone in modalità portrait (in piedi) per abitudine, senza tener conto che il filmato andrà poi riprodotto in orizzontale, su dispositivi come monitor o televisori. Periscope punta invece tutto su questo formato. Una scelta che rompe gli schermi, di certo non ben digerita da tutti, ma che considerando il successo riscontrato finora sembra dar ragione a chi l’ha operata.
Per molti versi trattasi di una scelta che rompe con il tradizionale 16:9 quasi in modo volontario, tenendo gli spettatori legati allo strumento ed evitando che possa diventare una fenomenologia eccessivamente “televisiva”. Anche questo dettaglio avrà un ruolo nell’imporsi dello strumento, nel suo cercare un baricentro stabile e nel suo codificarsi come linguaggio e medium di nuova generazione.