C’era una volta il vinile, impiegato per decenni come unico supporto per l’ascolto dei dischi. Venne poi l’epoca dell’audiocassetta, che ha consentito a chiunque di prendere confidenza con il concetto di compilation e playlist personalizzate. Un approccio alla creazione e alla fruizione della musica evoluto ulteriormente con l’introduzione del CD prima e dei formati digitali successivamente, in particolare con la compressione offerta dall’MP3. L’ultima (almeno per il momento) innovazione che ha interessato il mercato discografico è rappresentata dalle piattaforme di streaming: la formula dell’acquisto è rimpiazzata da quella del noleggio in abbonamento e gli utenti possono accedere in modo istantaneo ad un catalogo ampio, smisurato, composto da decine di milioni di brani.
Streaming: nuovo modello, nuova musica
La grande novità consta nel fatto che non si possiede la musica né in forma “solida” (CD, vinile, cassetta), né in forma digitale (sotto le sembianze di un file): quel che si possiede è semplicemente il diritto di accesso e fruizione al contenuto. La canzone può essere organizzata in playlist, eventualmente anche scaricata in locale, ma l’accesso alla stessa sarà sempre e comunque vincolato ad una durata. La cui scadenza è fissata con il termine del contratto di abbonamento siglato.
Il diritto di accesso si sostituisce al diritto di proprietà (sebbene quest’ultimo fosse in discussione già prima dell’arrivo dello streaming). Il primo nome a portare avanti con forza l’idea dell’abbonamento fu Napster, ma i tempi non erano ancora maturi e il nome che rese celebre la pirateria online dovette alzare bandiera bianca. Molte altre proposte ci hanno provato in seguito, cercando formule che sono state plasmate nel tempo fino alle odierne proposte con cui l’industria spera di riconquistare il mercato.
La formula dello streaming, infatti, piace tanto agli utenti (che a modico costo possono accedere a tutta la musica che vogliono, quanto alle grandi etichette, che in qualche modo riprendono in mano la situazione dopo aver passato anni alla ricerca di uno sbocco per uscire dalla crisi. E l’incedere delle soluzioni e della concorrenza spinge peraltro verso il basso i costi, stimolando l’esplosione del settore. Il mobile fa il resto, mettendo la musica nelle mani degli utenti ovunque vi sia una connessione.
Musica in streaming: quanto costa?
I prezzi per l’accesso alle funzionalità premium offerte dai servizi di streaming musicale sono piuttosto allineati: 9,99 euro al mese nella maggior parte dei casi, a partire da Spotify. Fanno eccezione allo standard la formula Elite di Deezer (14,99 euro al mese per dodici mesi) e quella a qualità elevata di TIDAL (20 dollari). Google Play Music, invece, offre ancora oggi l’accesso al catalogo di Unlimited a 7,99 euro per chi al lancio italiano nel 2013 ha scelto di abbonarsi fin da subito, garantendo così un risparmio non indifferente sul lungo periodo. Apple Music si posiziona all’esordio su una media di 9,99€ al mese, ma mette a disposizione un appetibile bouquet famiglia (6 account compresi) per un prezzo pari a 14,99€ al mese e l’imperdibile pacchetto studenti a 4,99€.
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Amazon Music Unlimited invece dà accesso a oltre 50 milioni di brani, con skip illimitati, ascolto offline e integrazione con Alexa a 9,99€ mese, oppure 99€ l’anno per chi è già cliente Prime.
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Il prezzo è un fattore estremamente soggettivo, da valutarsi soprattutto con il tipo di rapporto che si ha con la musica. Occorre considerare in ogni caso come il costo possa essere generalmente molto limitato in virtù della possibilità di gestire playlist proprie, scegliendo in un bacino infinito di possibilità e potendo portare appresso la propria musica tanto in casa, quanto sullo smartphone, quanto durante l’allenamento, quanto ancora nei momenti di relax: ogni singolo brano è disponibile sempre e comunque, aprendo opportunità mai sperimentate fino ad ora. L’era del CD è lontana: ognuno può attingere dagli album in commercio per costruire compilation personalizzate, modificabili, condivisibili. E la componente social aumenta le possibilità di scoperta di nuova musica.
Molto o poco? Il giudizio sta alla scelta di ognuno, ma lo streaming sembra ormai imporsi come nuova grande opportunità per tutti coloro i quali vogliono avere una colonna sonora in grado di sottolineare ogni momento, ogni emozione ed ogni situazione della propria quotidianità.
Streaming su Android, iOS e Windows Phone
Tutte le piattaforme elencate offrono il supporto ai dispositivi mobile, ovvero smartphone e tablet, anche se non sempre per tutti i sistemi operativi in circolazione. Per maggior chiarezza, ecco di seguito le applicazioni dedicate alla musica in streaming su Android, iOS e Windows Phone, ovviamente solo quelle disponibili nel nostro paese.
- Amazon Music: Android, iOS, Windows Phone;
- Spotify: Android, iOS, Windows Phone;
- Apple Music: Android;
- Deezer: Android, iOS, Windows Phone;
- Google Play Music: Android, iOS;
- Rdio: Android, iOS, Windows Phone;
- Napster: Android, iOS, Windows Phone;
- Xbox Music: Android, iOS, Windows Phone;
- TuneIn: Android, iOS, Windows Phone.
Musica in streaming: le offerte principali
Spotify
Spotify è il servizio di streaming più conosciuto, grazie ad un’azzeccata campagna di marketing e promozione messa in campo fin dal lancio, oltre che per le numerose collaborazioni attuate con partner e produttori di ogni tipo: da Sonos a PlayStation, da Uber a Musixmatch. Nel gennaio 2015 il numero di utenti iscritti alla piattaforma ha toccato quota 60 milioni, con il 25% che ha scelto di sottoscrivere una formula a pagamento. Un successo raggiunto anche grazie alle offerte periodiche per la fruizione delle opzioni premium a prezzo scontato.
A completare il quadro, la piena integrazione di Spotify con i dispositivi mobile, la possibilità di ascoltare gratuitamente milioni di brani (a patto di accettare la riproduzione di inserzioni pubblicitarie) e un database di album costantemente aggiornato con le ultime uscite. Importante anche l’accordo con alcuni produttori di device per l’ambiente domestico: tramite Spotify Connect, infatti, la musica fluisce dalla Rete all’abitazione, senza frizioni, rendendo estremamente agile la gestione dei brani e la loro fruizione secondo le modalità preferite: il sogno di ascoltare quel che si vuole scegliendo da un catalogo infinito, mentre si è coricati sul proprio divano, diventa realtà.
Musica in streaming: tutte le offerte
Apple Music
Apple Music compare sul sito Apple negli stessi giorni in cui scompare l’iPod. Si tratta di un passaggio del testimone storico: il modello degli MP3 a pagamento lasciano il passo al modello dell’accesso in streaming, con Apple Music che si prepara a lasciare il segno sfidando i big del settore forte del blasone di Cupertino. Il gruppo che ha rivoluzionato il comparto musicale si ripresenta sulla scena con medesima ambizione, e lo fa con una offerta composita fatta di milioni di brani assieme a radio in streaming. Il servizio esordisce in 100 paesi a livello internazionale partendo da un prezzo base di 9,99 dollari per singoli account o 14,99 dollari per il pacchetto famiglia (fino a 6 account in contemporanea).
Il servizio è utilizzabile su iPhone, iPad e iPod Touch aggiornati a iOS 8.4 (in poi), Apple Watch, Mac e PC Windows dotati di iTunes. L’abbonamento consente di sfruttare la radio Beats 1 con skip illimitati, streaming su tutto il catalogo, l’aggiunta di contenuti alla propria libreria, il salvataggio di brani per l’ascolto offline ed altro ancora. Alcune funzioni base sono fruibili gratuitamente, altre invece soltanto previo pagamento dell’abbonamento.
La qualità dello streaming dovrebbe assestarsi attorni ai 256Kbps.
Musica in streaming: tutte le offerte
Deezer
Altro grande protagonista dell’ambito streaming, Deezer vanta un catalogo con pochi rivali in termini di quantità. Il servizio pone una grande attenzione anche sulla qualità, come dimostra il lancio del programma Elite: disponibile esclusivamente su alcuni dispositivi certificati, consente la riproduzione dei brani a qualità lossless (in formato FLAC), a fronte però di un esborso economico superiore rispetto a quello standard.
Tra le altre funzionalità degne di nota quella che permette di leggere i testi delle canzoni durante l’ascolto, grazie alla partnership con LyricFind. Anche Deezer offre lo streaming gratuito da mobile, grazie alla funzionalità Flow, con i brani intervallati dagli spot.
Musica in streaming: tutte le offerte
Google Play Music
Profondamente integrato nell’ecosistema Android, Google Play Music è la piattaforma musicale che il gruppo di Mountain View propone ai suoi utenti. Oltre all’ascolto in streaming mette a disposizione uno spazio su cloud in cui salvare fino a 50.000 canzoni in modo del tutto gratuito. Attraverso la sezione Musica dello store Google Play, inoltre, gli album e i singoli possono essere acquistati e aggiunti alla propria libreria.
In questo caso la formula a pagamento si chiama Unlimited e offre caratteristiche come lo streaming da smartphone e tablet, il download per l’ascolto in modalità offline, la creazione di radio personalizzate in base ai propri gusti e l’integrazione con il servizio YouTube Music Key per la visione dei videoclip senza interruzioni pubblicitarie.
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Rdio
Forse meno conosciuto nel nostro paese rispetto alle alternative precedenti, Rdio è un servizio ben collaudato e con qualche asso nella manica. Tra le funzionalità più interessanti quella che notifica in modo del tutto automatico all’utente quando nel catalogo vengono aggiunti brani o album dei suoi artisti preferiti, consentendone l’ascolto immediato. Ottima l’interfaccia, sia per quanto riguarda il player Web che su dispositivi mobile, con un layout semplice, subito riconoscibile e senza troppi inutili fronzoli.
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Napster
L’attuale Napster non ha più nulla a che vedere con il software P2P che tanto fece discutere a cavallo tra gli anni ’90 e il 2000. In seguito all’acquisizione da parte di Rhapsody il marchio è diventato una piattaforma di streaming 100% legale, accessibile anche in Italia da metà 2013. La formula offerta è la stessa già vista in precedenza per alcuni degli altri servizi: accesso gratuito per un periodo limitato e obbligo di sottoscrizione a pagamento al termine del periodo di prova.
Una cosa va riconosciuta però a Napster: dopo l’epoca degli MP3 e della pirateria, il brand è stato il primo a rendersi protagonista della rivoluzione dello streaming offrendo accesso a pagamento ai brani per sovvertire il modello in auge in quel momento. Era però ancora troppo presto e per abilitare il grande cambiamento è stato necessario attendere ancora alcuni anni. L’utenza è ora ricettiva, il mercato si sta differenziando e gli standard dello streaming sono più facilmente metabolizzati. Oggi Napster non è però più l’unico e la sua possibilità di candidarsi nuovamente a leader del cambiamento sembra ormai essere sfumata.
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Xbox Music
È il servizio realizzato e gestito da Microsoft, integrato in primis nelle sue console videoludiche, ma accessibile anche da dispositivi mobile e computer. Xbox Music offre un catalogo immenso (circa 40 milioni di brani a fine 2014) e nasce dall’esperienza acquisita in passato dal gruppo di Redmond con la piattaforma Zune. Consente sia lo streaming delle canzoni con un abbonamento che il loro acquisto diretto, così da poterle riprodurre poi senza alcun limite, anche non rinnovando la sottoscrizione. Dopo un lungo periodo, l’azienda ha deciso di eliminare la formula “free” supportata dalle inserzioni pubblicitarie.
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iTunes Radio e Beats Music
L’offerta musicale di Apple (se non si tiene in considerazione lo store iTunes per l’acquisto di album e singoli) si compone di due parti: iTunes Radio accessibile esclusivamente nel nord America e Beats Music, frutto dell’acquisizione portata a termine nel 2014 da Dr. Dre, anch’esso ancora non disponibile nel nostro paese.
Per il futuro è prevista la metamorfosi di iTunes Radio in una sorta di emittente radiofonica a tutti gli effetti, con tanto di speaker a collaborare quotidianamente con la mela morsicata, mentre Beats Music potrebbe concentrarsi esclusivamente sullo streaming.
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Pandora
Purtroppo non più accessibile in Europa, Pandora è stato uno dei primi servizi di streaming musicale davvero innovativi. La formula proposta fin dalla prima metà degli anni ’90 è quella che oggi viene adottata da parecchi servizi: l’ascolto dei brani è determinato in modo dinamico, con un algoritmo in grado di imparare a conoscere i gusti dell’utente semplicemente assegnando un “mi piace” o un “non mi piace” alle canzoni proposte. Non resta che sperare in un ritorno nel vecchio continente.
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TIDAL
TIDAL è il progetto messo in campo dal rapper e produttore Jay Z, lanciato inizialmente in esclusiva negli USA e solo per dispositivi iOS, con una formula che strizza l’occhio a chi è disposto a spendere 20 dollari ogni mese per l’ascolto in alta qualità (10 dollari per il bitrate standard). Una scelta che, almeno inizialmente, ha fatto storcere il naso a parecchi utenti, tanto da provocare alcune critiche. A sostenere il servizio nelle sue prime fasi di vita è una lunga schiera di artisti: dai Daft Punk a Madonna, da Rihanna a Kanye West, senza dimenticare Alicia Keys e Beyoncé.
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Grooveshark
Una delle prime realtà operanti in questo settore, poi passata in secondo piano soprattutto a causa della necessità di tagliare parte del catalogo in alcuni paesi (Italia compresa) per motivi legati al diritto d’autore. Grooveshark, sebbene non più attivo, merita comunque di essere citato, poiché per circa un decennio ha rappresentato un buon servizio, con una gestione avanzata delle playlist e funzionalità social per la condivisione di consiglio o suggerimenti su cosa ascoltare. Prima della chiusura, datata 30 aprile 2015, un restyling della UI ha radicalmente modificato l’aspetto originario della piattaforma, lasciando però inalterata la sua natura.
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Radio in streaming
Merita di essere citato anche il servizio più completo per quanto riguarda l’ascolto delle radio in streaming, ovvero TuneIn. Accessibile sia da browser desktop che da dispositivi mobile, propone migliaia di stazioni a portata di click (o tap su smartphone e tablet), da avviare in qualsiasi momento per l’ascolto in diretta. Il punto di forza principale è rappresentato dalla catalogazione delle emittenti in specifiche categorie, consentendo così di trovare in modo semplice e veloce quelle desiderate.
Registrando un account è inoltre possibile creare un elenco delle radio preferite e con la versione premium su mobile si possono registrare le trasmissioni per l’ascolto in differita. Ovviamente le alternative a TuneIn non mancano: è sufficiente una ricerca online per trovarne a decine.
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Altri servizi
L’elenco completo è ovviamente più lungo e comprende altri servizi. Per completezza è giusto segnalare anche piattaforme come 8tracks, Aupeo!, Earbits, Jango, Last.fm, Musicovery, rara.com, Saavn, SoundCloud e iHeartRadio. Il consiglio è quello di sfruttare il periodo gratuito di prova solitamente offerto alla registrazione di un account per testarne le funzionalità, decidendo poi a quale affidarsi per l’ascolto della musica in streaming.