Una officina di imprese in cui entrare con un bando pubblico, due volte l’anno: dieci posti per dieci startup, cinque a bando. Milano si era candidata a capitale delle startup elaborando un piano che prevedeva diverse azioni, compresa la creazione di acceleratori istituzionali. Ecco il primo esempio: Speed Mi Up. Niente finanziamenti diretti, ma sostegno, servizi, formazione, tutoraggio, mentoring, spazi di lavoro, per aiutare le imprese innovative nella prima delicata fase del loro sviluppo.
Il bando è appena stato aperto e scadrà il 29 marzo. Rappresenta la proposta a metà tra incubatore e acceleratore formulata da questo nuovo consorzio, che stanzia 230.000 euro (155 Camera di Commercio e 75 il Comune) e ha criteri meno rigidi di quelli previsti dalla legislazione nazionale: possono candidarsi tutte le forme di società (di capitali, fisiche, individuali), senza limiti di settore e anagrafici. Requisito fondamentale è che gli startupper siano laureati e abbiano meno di 35 anni, nel caso di professionisti ovviamente avranno la partita iva.
Speed Mi Up promette un programma di formazione interattiva concentrato nei primi 3 mesi, un supporto continuativo di tutoring attraverso una piattaforma di Cooperative Social Networking, l’Advisory Board dedicato alla singola startup, accesso agevolato a risorse finanziarie e la disponibilità, per massimo due anni, di spazi fisici di lavoro, incontro e rappresentanza. All’inizio, presso la Bocconi in via Gobbi, il Palazzo Giureconsulti e un altro centro per gli incontri in via Bottego, poi presso una struttura del Comune in via Cilea che sarà pronta entro il 2014. La casa milanese delle startup secondo il consorzio.
[youtube]uQW_Gq8pRzg[/youtube]
Il sistema integrato di pacchetti è una buona soluzione per le startup e le imprese innovative che sono ai primi passi – nate da meno di 18 mesi – e non hanno al loro interno tutte le competenze necessarie per sviluppare l’idea e magari il problema del finanziamento è ancora secondario rispetto alla stesura del business plan. Inoltre, è interessante che apra ai professionisti che non corrispondono in tutto e per tutto ai criteri stabiliti dalla legge 221, inevitabilmente limitati.
Una volta entrati nel sito speedmiup.it, basta accedere nelle sezione appropriata – startup o professionisti – inserire i propri dati per registrarsi e chiedere così di seguire la formazione online sul Business Plan, che consiste in 12 ore di video lezioni e relative slide, oltre ai template per la realizzazione del proprio business plan. Per questo motivo, già all’atto della registrazione iniziale, si chiedono ai candidati alcune credenziali (carta d’identità e curriculum vitae) e di descrivere brevemente la propria idea in un pitch video di tre minuti, che possono essere prodotti dopo aver seguito il corso online.
Attenzione, è bene dirlo: è prevista una compartecipazione da parte dei beneficiari ai costi sostenuti dagli enti promotori. Tale compartecipazione ammonta rispettivamente a 500 euro al mese per le startup e 300 euro al mese per i professionisti.