Lo still life (si potrebbe dire “natura morta”) è una tecnica fotografica per la ripresa di oggetti inanimati molto utilizzata in pubblicità e in ambito scientifico.
Composizione e capacità artistiche, insieme ad un utilizzo appropriato dell’illuminazione, sono elementi fondamentali per ottenere buoni risultati che, grazie all’avvento del digitale, possono essere ottimizzati utilizzando uno dei molti programmi di post produzione disponibili (Photoshop in primis).
Vi piacciono le immagini patinate e intense delle pubblicità? Per capirne i segreti è necessario avventurarsi in un mondo che, partendo dallo studio delle inquadrature, dalla disposizione delle luci e dalla composizione degli oggetti nella scena si avvicina molto al concetto di pittura. È la fotografia artistica.
Per realizzare uno still life non serve un corredo particolare. Per le prime prove ci si può organizzare facilmente con quello che si ha: vanno bene le più disparate fonti di luce, pannelli riflettenti e sfondi uniformi possono essere realizzati con cartoncini o tessuti vari. Anche i soggetti possono essere diversi, praticamente qualsiasi oggetto può essere appropriato, la difficoltà risiede nel gestire con cura luci e riflessi. La progettazione iniziale riveste un ruolo molto importante, una volta che avete le idee chiare su quello che volete ottenere basterà un po’ di ingegno per allestire il set.
Avete mai provato ad avventurarvi in questo campo? Se volete iniziare vi consiglio la lettura di un breve tutorial sul sito Nital.
Credo che una delle peculiarità di un appassionato di fotografia sia la sperimentazione. Questa è una passione che permette di ottenere grandi soddisfazioni anche senza dover spendere migliaia di euro per attrezzature professionali. Se ogni scatto viene pensato, voluto, il risultato che si otterrà sarà merito del fotografo e non semplice casualità.
Cosa ne pensate? Anche per voi la fotografia è principalmente questo?