Non si può negare che il grosso del pubblico è legato alla tradizionale televisione via etere, sia essa terrestre o satellitare, ma c’è da dire che i fruitori della Web TV sono in costante aumento.
Questo probabilmente è il frutto di un’offerta che si va ampliando sempre più di contenuti interessanti; portali gratuiti come StreamIT e Yalp, tanto per citarne due, con i loro palinsesti ricchi di sitcom, musica e informazione, stanno di certo dando un forte impulso per fare percepire l’immagine della Web TV come di una piattaforma televisiva in senso pieno.
Tuttavia, leggendo un articolo su Key4biz, che forniva una descrizione di come negli USA la fruizione dello sport in streaming sia una realtà più che concreta, non ho potuto fare a meno di rapportare la realtà americana alla nostra, chiedendomi se e quando anche in Italia sarà possibile avere un’offerta Web quantomeno comparabile.
Al di là dell’Atlantico è infatti cosa assolutamente scontata poter seguire eventi via streaming come il Sunday Night Football (la gara di football americano che si gioca la domenica sera, come il nostro posticipo della Serie A), il Superbowl o le gare di baseball, basket, soccer e altri sport. Una possibilità che da noi sembra non sia presa in considerazione né dai broadcaster né dalle stesse leghe.
Nessuno degli operatori italiani sembra infatti puntare sulla Web TV per quanto concerne lo sport, almeno per adesso. Fino ad ora sia Sky che Mediaset, i due broadcaster che hanno in mano i diritti di importanti competizioni sportive quali Serie A, Champions League, Formula 1 e MotoGP hanno rigorosamente trasmesso questi eventi sulle altre piattaforme in cui operano, offrendo sul proprio sito solo qualche filmato con interviste e approfondimenti.
Va precisato tuttavia che anche in Italia qualcuno prova a integrare il Web alla TV tradizionale, come ha fatto La7 con il 6 Nazioni di rugby e la Rai con il nuovo portale Rai.tv, su cui si può seguire integralmente anche la programmazione del canale sportivo Rai Sport+.
Poca cosa rispetto ad altri Paesi, ma la speranza è che serva da spunto per gli altri attori in gioco, anche seguendo l’esempio americano, in cui le emittenti sono riuscite a integrare TV e Web ottenendo un ritorno economico degli investimenti fatti e un incremento del pubblico specialmente giovane.
Un’opportunità in più per la TV generalista in crisi di ascolti e di appetibilità pubblicitaria, ma anche un’occasione per la Pay TV, che avrebbe a disposizione l’ennesima piattaforma digitale su cui ampliare il proprio business.
I nostri broadcaster saranno in grado di prendere la palla al balzo?