Lo scorso 22 febbraio l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria aveva disposto il blocco della campagna pubblicitaria di Iliad che sulle TV italiane promuoveva la sua nuova offerta di fibra. Secondo il Giurì, che accoglieva così un ricorso presentato da Wind Tre S.p.A., gli spot dell’operatore telefonico andavano fermati in quanto considerati ingannevoli nei confronti dei consumatori. Ebbene, oggi l’Autorità ha pubblicato le motivazioni dettagliate che l’hanno spinta a prendere quella decisione.
Iliad, spot ingannevoli? Non proprio
Secondo quanto si legge nel documento pubblicato dall’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, che ha anche formalizzato a Iliad le richieste di modifica necessarie, la decisione di fermare gli sport pubblicitari era stata presa in quanto non era chiara la comunicazione di alcune specifiche tecniche della promozione, e in particolare, come avevamo ipotizzato e scritto anche noi, sulla questione “5 GBIT/s complessivi”.
Per il Giurì, il messaggio dello spot “nasce Iliadbox, la fibra chiara e tonda con velocità fino a 5 gigabyte al secondo complessivi”, potrebbe risultare poco chiaro agli utenti meno esperti.
Questi ultimi potrebbero infatti essere indotti a pensare erroneamente che quei numeri siano sempre fissi e stabili, mentre in realtà nella misurazione di tali parametri andrebbero tenuti in conto fattori come i limiti stessi del modem, e la suddivisione dei Giga in più canali. Di fatto, quindi, le condizioni economiche dell’offerta della fibra di Iliad non sono state ritenute ingannevoli.