Sono bastate appena 48 ore per interrompere la catena di rumor fiorita velocemente in rete: Apple non acquisterà Spotify per inserire servizi di streaming in iTunes. A smentirlo è la stessa società svedese che, in un’intervista per BBC, ha escluso ogni ipotesi di vendita del proprio sistema di cloud streaming. Spotify, perciò, non finirà né nelle grinfie di Cupertino né in quelle di Mountain View, come ipotizzato qualche tempo fa.
A dir la verità, l’annuncio lasciava ampi margini di dubbio. Apple, infatti, ha da meno di un anno acquisito Lala.com, un servizio di streaming musicale decisamente simile a Spotify. Difficile pensare, perciò, che Cupertino fosse interessata a nuovi acquisti in tal senso.
Secondo le parole del portavoce Spotify, l’azienda ha deciso di non svendersi al primo offerente:
Stiamo lavorando duro per costruire il miglior servizio musicale, siamo su questo progetto nel lungo periodo. Normalmente, non avremmo rilasciato dichiarazioni su questo tipo di speculazione, ma vogliamo chiarificare come non abbiamo nessuna intenzione di vendere Spotify.
Il servizio, però, da solo stenta a decollare. Nonostante gli utenti siano assolutamente entusiasti di poter fruire di musica gratuita in cambio di spot pubblicitari, gli artisti pare non sono dello stesso avviso. Qualche mese fa la cantante Lily Allen dimostrava come Spotify fosse notevolmente sbilanciato a favore delle case discografiche, colpevoli di guadagnare dal servizio a discapito dei cantanti. Basti pensare che, lo scorso anno, a un milione di riproduzioni di brani di Lady Gaga sono stati corrisposti 113 dollari alla popstar e 30.000 dollari ai discografici.
Dato questo quadro non propriamente invitante per gli artisti, forse il tocco magico di Steve Jobs avrebbe potuto dare nuova linfa all’innovativo player online, soprattutto in termini di revenue per i cantanti. Basti pensare al modello di App Store, dove gli sviluppatori ottengono una buona fetta dei ricavi ottenuti dalle proprie applicazioni.