Una nuova acquisizione potrebbe rafforzare la leadership di Spotify nell’ambito dello streaming musicale. Il gruppo sembra intenzionato a mettere le mani su SoundCloud, piattaforma da sempre legata al panorama indie e da qualche mese potenziale concorrente per il colosso svedese in seguito al lancio del servizio premium Go.
L’indiscrezione arriva dalle pagine del Financial Times, che azzarda anche una prima stima dell’investimento economico necessario per portare a termine l’operazione: 700 milioni di dollari. Una cifra importante, ma di gran lunga inferiore rispetto agli 8,5 miliardi di dollari che attualmente rappresentano la valutazione di Spotify. Ovviamente le parti in causa non hanno rilasciato alcun commento in merito, ma se le cose dovessero evolvere come ipotizzato dalla fonte del rumor, l’acquisto andrebbe a concretizzarsi entro l’estate del prossimo anno. Le trattative sembrano essere già in fase avanzata.
Tra gli investitori di SoundCloud c’è anche Twitter. Lo stesso social network da 140 caratteri, che al momento non sta attraversando uno dei suoi momenti migliori, potrebbe essere presto l’oggetto di un’acquisizione. Tra i potenziali compratori anche nomi del calibro di Google e Disney.
Perché Spotify dovrebbe voler inglobare la piattaforma? Innanzitutto per fare proprio il suo catalogo, composto da oltre 125 milioni di brani. Poi per eliminare dalla piazza un potenziale concorrente, seppur attualmente con un bacino di utenti di gran lunga inferiore al proprio.
La fondazione di SoundCloud risale al periodo 2007-2008, a Berlino, ad opera di Alexander Ljung e Eric Wahlforss. L’intento originale era quello di dare spazio ai musicisti emergenti, offrendo loro una vetrina, una finestra affacciata sul Web attraverso la quale promuovere i propri lavori e farli conoscere. La natura della piattaforma è rimasta immutata nel tempo e ancora oggi ospita brani e progetti provenienti dal panorama indipendente, esattamente ciò che ancora manca al database di Spotify.