Commistione tra l’iTunes Store e Last.fm in salsa social, Spotify è un servizio di streaming musicale in abbonamento, ora disponibile su App Store come applicazione nativa per iPhone.
Questa approvazione, un po’ come quella dell’emulatore di Commodore 64, è di quelle che fanno alzare il sopracciglio: era totalmente inaspettata. Il motivo è che storicamente Apple ha sempre stretto la morsa sulle applicazioni che considerava in qualche modo concorrenti alla soluzioni fatte in casa o, per dirla alla maniera di Cupertino, ha sempre evitato di approvare software che duplicasse funzioni già esistenti sull’iPhone.
Spotify però è stato approvato ed è disponibile gratuitamente seguendo questo collegamento ad App Store. Il software è gratuito ma l’abbonamento costa ?9,99 al mese, tuttavia garantisce un ascolto pressoché illimitato dell’intero catalogo musicale. Il contestato servizio musicale ha già all’attivo 6 milioni di utenti e 5 milioni di tracce, e ora potrebbe crescere con ancora più enfasi.
Diversi mesi fa, anche Apple sembrava sul punto di offrire una formula simile in abbonamento, tuttavia pare che le trattative con le major si siano scontrate con un vicolo cieco. Il che non deve sorprendere: iTunes gestisce la stragrande maggioranza del mercato dei download musicali digitali, ed è saldamente nelle mani di Apple, lasciando pochissimo potere contrattuale alle etichette. E non è un caso il fatto che le major, alla ricerca di qualcosa che contrasti la forza di Cupertino, posseggano il 18% di Spotify, con Sony BMG da sola che detiene il 5,8%.