Anche l’ultima big dell’industria discografica stringe la mano di Spotify e sigla un accordo per lo streaming del suo catalogo: si tratta di Warner Music Group, con una partnership che va ad aggiungersi a quelle già attive con Universal Music Group, Merlin e Sony Music. Il catalogo della piattaforma sarà dunque ancora più completo, una mossa essenziale se il servizio intende mantenere la propria leadership nel settore.
Non sono stati svelati i termini economici dell’accordo raggiunto tra le parti. Non è chiaro nemmeno se verranno replicate le modalità di trattamento riservate alle nuove uscite degli artisti Universal, per due settimane proposte in esclusiva agli utenti che hanno sottoscritto un abbonamento premium e dunque per quel periodo inaccessibili dagli account free. La volontà di siglare una partnership con Warner Music Group, da parte di Spotify, è giustificata anche dalla prospettiva di esordire entro la fine dell’anno sul mercato azionario. Questo il comunicato ufficiale pubblicato da WMG, a forma di Ole Obermann (Chief Digital Officer).
Ci è voluto un po’ per arrivare qui, ma ne è valsa la pena, poiché siamo giunti a un accordo dai termini bilanciati e focalizzati sul futuro. Insieme a Spotify abbiamo trovato nuovi modi per rafforzare il valore della musica, creare benefit aggiuntivi per gli artisti ed entusiasmare i loro fan in tutto il mondo. Anche con l’attuale tasso di crescita c’è ancora molto potenziale perché le piattaforme musicali in abbonamento possano raggiungere nuovo pubblico e nuovi territori.
I 140 milioni di utenti iscritti a Spotify (dato aggiornato al mese di giugno) si suddividono indicativamente tra 90 milioni di account free e 50 milioni di persone che invece hanno scelto di mettere mano al portafogli per una sottoscrizione premium, così da poter accedere a tutte le funzionalità della piattaforma senza alcun limite, compreso il download ai album e brani nella memoria interna dei dispositivi mobile per la successiva riproduzione in modalità offline.