Sembrava una causa come molte delle altre che recentemente sono fiorite in terra cinese a causa della “pulizia” che il paese sta operando in vista delle Olimpiadi di Pechino, invece il processo contro Shenzhen Xunlei sta per coinvolgere anche Google.
L’accusa presentata in un documento di 78 pagine è di infrazione del copyright: il servizio in questione è un classico peer to peer ed a querelare c’è l’MPAA, la Motion Pictures Association of America, il consorzio che riunisce i sei grandi studi di produzione e che recentemente ha come attività principale la lotta alla pirateria. La cifra richiesta come risarcimento è di 1 milione di dollari ma Xunlei è una compagnia che qualche anno fa è stata pesantemente finanziata da Google con la bellezza di 5 milioni di dollari.
Oltre al denaro la MPAA vuole anche una pubblica ammissione di colpa e potrebbe ottenerla dato che nella sola Cina il consorzio ha vinto 42 cause per un totale di 135 casi di infrazione del copyright. Negli ultimi anni infatti il boom di connessioni cinesi ha portato anche ad un boom di pirateria, le cui conseguenze si stanno vedendo nei tribunali. Anche colossi Yahoo!Cina non sono stati risparmiati e Baidu ha ancora una causa in corso per come ha consentito l’accesso a siti di pirateria musicale.
E anche la causa contro Xunlei sembra pendere a favore dei querelanti, anche perchè già meno di un mese fa la società ne ha persa un’altra sempre per problemi legati al diritto d’autore ma fomentata dai rivali di Youdou Broadband, cosa che gli è stata 20.000 dollari.
Da parte sua la MPAA ha un progetto più ambizioso: la sua volontà è attraverso l’operazione BlackOut distruggere la pirateria anche fisica (cioè quella dei dischi) in Asia e Australia. Da Novembre ad oggi l’operazione ha fruttato 211 interventi nella sola Cina, 676.000 DVD sequestrati e 1.289 masterizzatori sequestrati. Misure estreme ma necessarie, secondo la Motion Picture Association of America, la quale dichiara di aver perso 6 miliardi di dollari in tutto il mondo per la pirateria nel solo 2005: 2,4 miliardi sarebbero volati per il bootlegging, 1,4 miliardi per le copie illegali e 2,3 miliardi per il traffico attraverso internet. Inoltre circa il 20% del totale delle perdite sarebbe imputabile alla sola area Asia-Pacifico.