L’intero mondo si accinge a dare l’ultimo saluto a Steve Jobs, considerato universalmente uno dei più grandi innovatori dell’ultimo secolo. Dello stesso pensiero non sembra però essere Richard Stallman, padre del free software e nemico di lungo corso dell’ex guru di Cupertino. In un post sul proprio blog Stallman ha infatti salutato Jobs sottolineando come la sua dipartita sia esclusivamente un bene per la libertà.
«Non sono contento che sia morto, ma sono felice che sia andato via» ha precisato Stallman, sottolineando come nessuno meriti di morire ma come allo stesso tempo la mancanza dell’ex numero uno della Mela possa rendere meno stretta la morsa della società sulla libertà degli utenti. La scomparsa di quello che definisce «il pioniere dei computer come prigioni affascinanti» segna dunque la fine di un oppressore, che con la propria politica volta alla chiusura dell’ecosistema Apple avrebbe per lungo tempo minato la libertà degli utenti.
«Sfortunatamente», prosegue Stallman, «la sua influenza continuerà ad essere presente nonostante la sua scomparsa. Possiamo solo sperare che il suo successore, siccome continueranno a portare avanti la sua eredità, sia meno efficace». Un messaggio, questo, rivolto direttamente alla sede principale della Apple, nel quale è possibile leggere un chiaro invito ad aprire il “giardino della mela” per permettere a tutti di raccoglierne i frutti e sfruttare le conoscenze e le tecnologie della società per il bene del progresso tecnologico.
La figura di Steve Jobs è dunque vista da Stallman esclusivamente come una sorta di tiranno che con le proprie imposizioni ha dettato legge per diversi anni nel mondo dell’elettronica di consumo, modellandola a proprio piacimento secondo le esigenze della società. Il fondamentale ruolo di Jobs nell’evoluzione di settori quali quelli della telefonia mobile, dei tablet e dei personal computer, che con l’avvento dei prodotti Apple hanno visto un numero crescente di aziende pronte a darsi battaglia per proporre nuove soluzioni favorendo sensibilmente il progresso tecnologico, viene di fatto messo da parte, oscurato dalla politica chiusa intrapresa da Apple dal ritorno del suo fondatore nel 1997.