Le potenzialità delle stampanti 3D sono quasi illimitate: dalla realizzazione di prototipi a quella di accessori per l’abbigliamento, fino all’impiego in medicina. Abbiamo già parlato su queste pagine di come possano essere impiegate per creare protesi auricolari, gessi utili ad immobilizzare un arto in caso di rottura o addirittura riprodurre interi organi in futuro. L’intervento portato a termine dai chirurghi del Morriston Hospital, a Swansea, conferma una volta di più la loro versatilità.
Nella fotografia allegata di seguito è possibile vedere il volto di Stephen Power, prima (a sinistra) e dopo (a destra) l’operazione di ricostruzione maxillo-facciale a cui è stato sottoposto nelle scorse settimane. Il 29enne è rimasto coinvolto un paio di anni fa in un grave incidente stradale mentre si trovava a bordo della sua motocicletta, uscendo miracolosamente vivo dall’impatto, ma non senza riportare gravi ferite: rottura di entrambi gli zigomi, mascella superiore e orbite oculari. Anche le braccia hanno subito fratture ed è stato necessario impiantare una piastra nella gamba sinistra perché potesse tornare a camminare.
Gli interventi d’emergenza effettuati subito dopo l’incidente hanno permesso di salvargli la vita, ma i medici non hanno inizialmente potuto fare nulla per ricostruire la parte del cranio che circonda l’occhio sinistro. Un aiuto concreto è arrivato proprio dalle stampanti 3D, con le quali è stata realizzata la protesi impiantata di recente nel volto di Power, che ha potuto così recuperare per quanto possibile la simmetria naturale del viso. Ecco quanto dichiarato dal chirurgo Adrian Sugar che si è occupato dell’operazione.
Senza questa tecnologia avanzata avremmo dovuto procedere “a mano libera”. Saremmo stati costretti a indovinare dove e come posizionare le parti del cranio ricostruite. La tecnologia ci ha permesso di essere molto più precisi e garantire un risultato di gran lunga migliore per il paziente.
L’obiettivo dell’equipe guidata dal dott. Sugar è ovviamente quello di rendere la procedura una routine, avvantaggiandosi così delle tecnologie per migliorare la qualità della vita dei pazienti sottoposti a ricostruzioni o applicazioni di protesi.