Il ministro per l’innovazione e le tecnologie Lucio Stanca ha annunciato il prossimo varo di una direttiva utile ad affermare l’importanza del software open source nelle pubbliche amministrazioni.
La direttiva avrà il compito di valorizzare il software a codice aperto nelle pubbliche amministrazioni, ribadendo la sua equivalenza con il software proprietario, da sempre unico fornitore degli apparati informatici dello Stato. Prima di adottare un software, la pubblica amministrazione dovrà vagliare attentamente il rapporto tra costi e benefici, prendendo in considerazione anche le prerogative di riuso e di portabilità del software.
Per favorire il riuso del software, ogni singola amministrazione titolare della progettazione di un software dovrà garantirne l’applicabilità gratuita anche alle altre amministrazioni, abbattendo costi e favorendo la compatibilità.
I documenti delle amministrazioni, infine, dovranno essere «disponibili attraverso almeno un formato aperto consentendone così l’indipendenza da specifici pacchetti software di mercato e permettendo anche la loro conservazione nel tempo».
L’Italia, fa notare il ministro, è quarta nel mondo dopo Francia, Germania e Stati Uniti, per numero di sviluppatori di codice aperto. Favorire l’adozione dell’open source significa anche promuovere una nuova opportunità di sviluppo per il nostro paese.