Con una apposita conferenza stampa in grande stile il Ministero per l’Innovazione e le Tecnologie ha tolto i veli al nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale con il quale si intende dare una svolta innovativa al comparto della Pubblica Amministrazione. La conferenza è evidenziata anche dagli stessi comunicati del ministero: «Il Codice viene presentato al vertice apicale della Pubblica amministrazione, per la prima volta un appuntamento nazionale dedicato all’informatica registra la presenza di una parte considerevole dei vertici del management pubblico».
Le promesse, in effetti, hanno il tono della rivoluzione e la presenza del Presidente del Consiglio è solo uno dei tasselli predisposti all’inaugurazione in corso. Il Codice è presentato come un vero e proprio «nuovo modello opeartivo», un qualcosa dunque che non rappresenta propriamente un’evoluzione quanto più un punto di rottura con la pubblica amministrazione del passato.
«L’Italia è tra le prime nazioni al mondo a proporre un simile strumento normativo, frutto di una rielaborazione in chiave moderna delle numerose leggi e norme che riguardano l’utilizzo delle nuove tecnologie sia da parte degli uffici pubblici nei rapporti con cittadini e imprese, sia la loro adozione nei rapporti giuridici tra privati»: i tre minidibattiti condotti da Bruno Vespa sviscerano il problema nei suoi vari aspetti e non sono mancati anche gli spunti polemici.
Il dibattito ha visto infatti contrapporsi l’attuale Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie Lucio Stanca con l’ex Ministro della Funzione Pubblica Franco Bassanini. Secondo quest’ultimo il Codice è un insieme di utopie e promesse prive di concretezza. Stanca respinge però al mittente ogni addebito: «Bassanini critica dicendo che il codice contiene proclami ambiziosi e irrealistici. Io penso che, al contrario, non ci siano proclami. Stiamo infatti portando avanti una profonda trasformazione e modernizzazione della PA, che certamente è un progetto di grande ambizione. […] in verità ha fatto bene Bassanini a non fare questo Codice quando lui era al Governo perché non aveva assolutamente le basi per farlo. Noi, invece, lo abbiamo potuto varare tre anni dopo in quanto abbiamo prima sperimentato tutto quello che abbiamo scritto […] Un codice senza la relativa infrastruttura sarebbe stato una utopia».
Il battesimo del Codice dell’Amministrazione Digitale è stato portato a termine anche con il sigillo del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, il quale sottolinea in particolare come il progetto costituisca »un’opportunità importante di cambiamento, che risponde agli obiettivi di rendere l’azione delle amministrazioni efficace ed efficiente. Il sistema della Rete favorisce il dialogo e il coordinamento fra amministrazioni centrali e locali, garantisce ai cittadini servizi di maggiore qualità attraverso l’innovazione».