Mark Zuckerberg ha investito 100 milioni di dollari per favorire gli strumenti educativi in uso presso gli istituti scolastici di Newark (New Jersey). Il gesto può essere interpretato in molti modi, ma attenersi alla realtà è forse il modo migliore per assaporarne a fondo il valore: 100 milioni di dollari per strutture, metodi, strumenti. 100 milioni in grado di fare la differenza regalando l’eccellenza scolastica ad una generazione (la “Generazione Facebook”, peraltro) che non potrà che dirsi fortunata.
La notizia dei 100 milioni era in auge ormai da qualche giorno, ma la novità è nel mondo in cui il tutto è stato formalizzato. Zuckerberg, infatti, ha dato il via ad una vera e propria fondazione denominata “Startup:Education” (il cui logo è forgiato attorno al pulsante di accensione dei dispositivi elettronici) per un programma che auspica di accendere una scintilla in decine di migliaia di ragazzi. Per presentare la propria iniziativa Zuckerberg si è affidato al salotto televisivo di Oprah Winfrey, il che sembra però solleticare le malignità di quanti vedono nell’esborso una mera questione di immagine.
Zuckerberg ha spiegato di voler elargire l’ingente somma innanzitutto per offrire ai ragazzi di Newark le stesse opportunità che ha avuto lui, esprimendo appieno il potenziale dei singoli grazie ad una miglior assistenza educativa proprio negli anni più importanti per la formazione. Il suo gesto vuole inoltre essere un invito per la raccolta di altri fondi, invito effettivamente non caduto nel vuoto: il sindaco di Newark ha infatti formalizzato il Newark Education and Youth Development Fund che agirà in sinergia con il fondo di Zuckerberg ed a garanzia di maggiori opportunità soprattutto per i ragazzi con maggiori difficoltà.
Un film narrante l’epopea Facebook sta per giungere alla distribuzione e, secondo le prime indicazioni, seguirebbe un canovaccio tale da mettere in cattiva luce il giovane creatore del social network più famoso al mondo. C’è chi sostiene, quindi, la possibilità per cui l’attività filantropica di Zuckerberg possa essere una manovra preventiva per salvaguardare la propria immagine pubblica (ricollegata a doppio filo a quella del network).
Zuckerberg, nel frattempo, incassa i complimenti anche di Bill Gates, colui il quale da tempo incoraggia i maggiori miliardari USA ad uno sforzo filantropico per sfruttare i capitali investendo nel futuro. Qualunque fosse l’obiettivo, insomma, è stato raggiunto: i 100 milioni versati al mondo della formazione hanno colto nel segno.