Molto spesso nei libri si trovano tanti luoghi, che di quelle parole sono sfondi, ambienti, ispirazioni. Ma quante volte un luogo, quando visitato, restituisce quelle parole? Prima del web era impossibile andare oltre qualche targa commemorativa. Una startup torinese nata poco più di un anno fa, Cityteller, sta geolocalizzando i luoghi letterari e si è meritata la vittoria insieme ad altre nove del bando lanciato dal Salone del Libro.
Cityteller nasce dalla capacità di tre soci con grande esperienza nel settore della comunicazione e del turismo culturale. Perché l’applicazione che hanno realizzato questo fa: nutre il turismo culturale, consente di percepire in modo differente, “aumentato”, il territorio, e stimola inoltre il contributo delle persone, che mandano i brevi passaggi dei libri con citazioni geografiche. Così è la città stessa a raccontarsi con le voci diacroniche degli scrittori, è Goethe a introdurre alla grotta di Posillipo e Silvia Avallone a descrivere Piombino. Più “Italia delle meraviglie” di così non si può.
Lorena Petriccione, cofounder della startup incubata al Politecnico, racconta che la mappa letteraria cresce sempre più e alla domanda se queste citazioni abbiano dato problemi di copyright risponde «neppure una volta». L’idea sta funzionando bene e il crowd è partecipativo.
#AccaddeOggi nel 1824.Eseguita per la 1° volta la Nona sinfonia di Beethoven
Con lui a #Vienna>http://t.co/MB6LJ3fkDq pic.twitter.com/0Qw0fjjW4J— cityteller (@cityteller_it) May 7, 2015
Nel server della vostra applicazione ci sono ormai più di duemila citazioni letterarie: dimostra che gli editori e gli scrittori sono tutto sommato aperti alla creazione di contenuti a partire da contenuti protetti?
Fin dall’inizio abbiamo cercato un rapporto con gli editori, e al di là del fatto tecnico che le citazioni spesso sono molto brevi, c’è una vera condivisione del valore che diamo a questo progetto. Anzi, spesso sono le case editrici a contattarci.
Avete definito la vostra come una mappa geo-emozionale…
L’emozione è tutto, è questo che tiene assieme il contenuto con il suo utilizzo. Le persone usano l’applicazione in modi anche non previsti, su percorsi inattesi. Contribuiscono con le citazioni, condividono, scattano foto. Quel luogo che esisteva solo nel testo diventa più reale, ma comunque sempre in attesa di un nuovo contributo.
Immagino che la content curation faccia la differenza. E così?
La redazione controlla la validità del contenuto, naturalmente, ma sono sincera: non c’è bisogno di molto lavoro di controllo, sarà per la qualità dei nostri utenti, l’ambito che occupiamo, c’è tanto lavoro di valorizzazione e di inserimento dei contenuti. Per noi Cityteller è una dimostrazione chiara di come la tecnologia non è di ostacolo a nessuno alla valorizzazione dei libri, e può produrre economia nei territori che la sanno sfruttare.
Book to the future
Sulla scia del successo del 2014, quando le aziende selezionate conquistarono il pubblico e gli addetti ai lavori, anche quest’anno uno spazio del Salone di Torino è interamente riservato a 10 startup che offrono servizi innovativi per la fruizione dei contenuti editoriali. Grazie all’iniziativa del Salone Internazionale, Lingotto Fiere e il il Centro per l’Innovazione di Intesa Sanpaolo, si è costruita un’area dell’innovazione dove, durante il periodo di svolgimento del Salone, le 10 startup parteciperanno ad attività laboratoriali, in cui viene richiesto di elaborare un format digitale creativo e innovativo a partire da determinati contenuti. Tra i format presentati, un’apposita giuria sceglierà quello che più si sarà distinto per applicabilità, fruibilità e creatività e la startup vincitrice potrà accedere al percorso di accelerazione di Intesa Sanpaolo.
Numerosi gli argomenti affrontati nell’ampio programma di incontri che si svolgono nella sala dell’area. Si parlerà di strategie social, come l’utilizzo di hashtag come strumento di engangement; al Salone sbarcheranno anche le tecnologie indossabili, l’avvento del digitale ha influenzato anche il mondo del fumetto, la graphic novel, il transmedia storytelling; si parlerà di accesso agli open data, di scrittori indipendenti e self-publishing, di Slow Journalism.