Hanno vinto i più giovani e con l’idea più ambiziosa e anche complessa. Tra gli applausi convinti dei giudici e le lacrime del loro insegnante, Singh, Rosario Emanuel, Enrico e Michele hanno battuto startupper col doppio della loro età. Il loro Keep My Stuff ha vinto la terza edizione di Startup Weekend Milano. La loro mappatura 3D come sistema anti-taccheggio ha meritato il primo premio al Talent Garden, superando un’idea di social community per celiaci, una per diabetici e una piattaforma ispirata alla Silicon Valley.
Erano le 17.30 quando Giusy Stanziola, di Unicredit, annunciava il primo premio, un mese di coworking gratuito, ai quattro studenti dell’Itis e del liceo scientifico di Crema, ideatori di un innovativo sistema di augmented-security volto a ridurre i costi dello staff per incrementare la velocità di reazione dopo un furto. In sostituzione delle videocamere tradizionali, questi ragazzi si sono inventati un’analisi del comportamento tramite il riconoscimento delle varie parti del corpo. Viene creato un modello 3D della persona, senza tratti identificativi (come il volto), che risparmia problemi burocratici al cliente e permette una gestione più immediata delle segnalazioni. Rosario Emanuel, che ha esposto in tre minuti davanti alla giuria il progetto con la sicurezza del 17enne, spiega:
Il nostro principale interesse era l’automatizzazione, che esclude la necessità di avere uno o più addetti alla telecamere, di modo che le risorse umane servono soltanto alla effettiva riparazione del danno, in questo caso il furto.
Keep my Stuff utiizza una telecamera pensata per il videogame, che estrae una nuvola di punti, il server cattura i dati in temporeale, il software si occupa di distinguere le parti del corpo per riconoscere un gesto compromettente (furto, aggressione). Gli algoritmi non esistono ancora, OpenNI e Nite forniscono delle funzionalità, quindi la startup si dovrà occupare dello sviluppo del software per il riconoscimento degli schemi comportamentali e della creazione dell’interfaccia.
grande energia a #swmilan14 Bello far parte della giuria e vedere che tanti giovani ci credono @Italia_Startup
— Federico Barilli (@FedeBarilli) February 2, 2014
Gli altri vincitori
Social G Free e DiaBDay sono le due community che potranno svilupparsi negli spazi di Via Merano. Anche le loro idee – basate su comunità circoscritte e la capacità di mettere assieme contenuti, meccanismi di rewarding, e-commerce – sono state segnalate per la concretezza del business model. Mind The Bridge, uno dei partner dell’evento ha puntato invece su SiliconOcean, una piattaforma collaborativa che si ispira proprio al modello californiano di divisione sociale del lavoro e della creatività. Due membri del team potranno seguire la sua rinomata startup school e partire per la California..
L’edizione 2014
grazzzzie @ele_gau @caterinafalleni per aver condiviso anche la fatica di #swmilan14 @talentgardenit pic.twitter.com/lPSKbQUl9G
— donatella cambosu (@janazond) February 2, 2014
Mentre il salone si svuota, lo staff del TAG chiude una tre giorni di fuoco, gli startupper salutano consapevoli che questa convivenza, il confronto, lo scambio di idee, li hanno cambiati, e aperto nuove prospettive. L’edizione 2014 – la terza in assoluto e la seconda al Talent Garden – ha avuto numeri importanti: 5o pitch, 12 startup finaliste, quote rosa rispettate più nella fase finale che all’inizio e alcuni evidenti cambiamenti di trend. Quest’anno a Milano si è notato lo sforzo di superare le web application (che comunque hanno ancora avuto la maggiore), il web-based (infatti ha vinto un’idea hardware) e di trovare community ben circoscritte. Le molte idee rimaste a bocca asciutta ovviamente non finiscono coi pitch di #swmilan14: molte di queste sono già startup nascenti, altre sono molto promettenti. La stessa formula dello Startup Weekend potrebbe anche ripetersi con modelli di iscrizione o target differenti più spesso di una sola volta l’anno, in città. Lo staff ci sta pensando seriamente.