A pochi giorni dal 25esimo anniversario dalla nascita del Web, a pochi giorni dalla richiesta di Tim Berners-Lee di una Carta dei Diritti del Web, a poche ore dalla telefonata di Mark Zuckerberg a Barack Obama, gli Stati Uniti annunciano una svolta storica nel quadro di controllo dello sviluppo della rete: gli USA si defilano dal controllo dell’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) e si apprestano ad avviare la procedura per il passaggio di consegne. Era il sogno dell’Europa e di tutti coloro che vedono meglio la gestione multi-stakeholder.
L’ufficializzazione avviene a mezzo di un comunicato della National Telecommunications and Information Administration (NTIA), organismo interno del Dipartimento del commercio: gli Stati Uniti chiedono formalmente all’ICANN di chiamare a raccolta tutti gli attori coinvolti in questo passaggio per stabilire regole e modalità con le quali disegnare il futuro organismo che andrà a sostituire le funzioni oggi in mano agli USA. Quel che gli States chiedono affinché il passaggio di consegne possa avvenire in modo fluido e lineare è il rispetto di alcuni principi non negoziabili:
- Il supporto e lo sviluppo di un modello multistakeholder;
- Il mantenimento di sicurezza e stabilità del sistema DNS;
- L’assolvimento dei bisogni e delle aspettative della globalità degli utenti e dei partner dei servizi IANA (Internet Assigned Numbers Authority);
- Il mantenimento del principio di apertura di Internet.
La notizia ha prima di tutto coinvolto la ICANN stessa. Il suo amministratore, Steve Crocker, ha accolto con favore questa decisione di portata storica. In video sul proprio canale YouTube, Crocker definisce questo passo «un grande accordo»:
Questo passo è la fine di un processo che abbiamo iniziato alla fine degli anni Novanta, quando abbiamo compreso il bisogno privatizzare le funzioni di assegnazione. L’annuncio di oggi è l’inizio della parte finale del processo nel quale condurremo in porto il trasferimento. (…) Potremo vedere la fine del coinvolgimento diretto del governo Usa.
Get involved in the public consultation process taking place to transition US government's stewardship role: http://t.co/bGBlJmqmgY
— ICANN (@ICANN) March 14, 2014
Welcome historic announcement; US helping open Internet become truly global. "@NTIAgov: http://t.co/nBsvojM3HO"
— Neelie Kroes (@NeelieKroesEU) March 15, 2014
Cosa comporterà per la Rete
Il dipartimento del commercio ha annunciato l’intenzione di non aggiornare il contratto con l’ICANN, in scadenza nel settembre 2015. Era questo l’unico ostacolo al trasferimento dei protolli di assegnazione e gestione, che vedeva l’Europa Unita, in particolare, molto attenta e preoccupata che il progetto multi stakeholder fosse di nuovo rimandato. Rinunciando volontariamente alle funzioni IANA (Internet Assigned Numbers Authority) gli Usa non saranno più direttamente coinvolti nella convalida dei nuovi nomi dei domini Internet (come successo in passato, nell’era “dotcom”), ma parteciperanno alla costruzione di una piattaforma decisionale più globale, come spiegato nel documento FAQ pubblicato dall’ICANN.
Questa governance ha aspetti positivi e criticità. Tra i primi, la possibilità di coinvolgere in modo sistematico tutti coloro che fanno parte della Rete e più risorse economiche, ormai necessarie per mantenere i costi giganteschi della sua implementazione. L’aspetto più critico è ovviamente la possibile introduzione di logiche politiche di forte contrasto alla libertà della Rete, importate da paesi come Russia e Cina. In altri termini, il rischio della balcanizzazione di Internet, annosa questione sempre in cima alle preoccupazioni delle associazioni no-profit e anche delle web company californiane, che pur lamentandosi della sorveglianza emersa con lo scandalo Datagate hanno sempre comunque temuto maggiormente la moltiplicazione degli interlocutori. Anche se le recenti critiche di un peso massimo come Mark Zuckerberg avevano lasciato intendere che il rapporto tra multinazionali del web e Washington è ai minimi storici.
L’occasione per discuterne è alle porte: il 49esimo meeting di ICANN che si terrà a Singapore il 23 marzo, dove si comincerà a raccogliere feedback e a immaginare gli step di questo clamoroso trasloco. Tutto dipende dalla maturità raggiunta dall’ICANN e dalla sua capacità di garantire in modo indipendente che tali principi siano preservati nel tempo. Di qui la scelta del decisivo passo indietro: gli Stati Uniti rinunciano alla propria egemonia e consentono alla comunità internazionale di poter gestire un bene che di fatto è di tutti. Anzi, come disse a suo tempo Tim Berners-Lee, «è per tutti».