Non capita tutti i giorni che il numero uno di un’azienda ammetta le difficoltà del proprio gruppo affermando senza mezzi termini come la concorrenza sia riuscita a segnare un certo vantaggio, ma è proprio questo fatto dal CEO di Nokia Stephen Elop.
Il manager, arrivato al colosso della telefonia mobile da Microsoft, ha scritto una lettera ai propri dipendenti utilizzando un’emblematica storiella che vede un uomo su una piattaforma petrolifera marina in fiamme alle prese con un amletico dubbio: rimanere e finire bruciato o saltare in mare e rischiare di morire per il freddo? Una decisione non semplice da prendere, rivelatasi però quella giusta, visto che l’uomo riesce a scampare al fuoco e a resistere alle acque gelide salvandosi.
Portando la vicenda alla stretta attualità, Elop ha spiegato senza giri di parole che quell’uomo sulla piattaforma è adesso Nokia e tutti i suoi dipendenti, costretti a fare i conti con una situazione di emergenza che porterà inevitabilmente a dei sacrifici a prescindere dalla strada che sarà presa.
La scelta di bruciare o di tuffarsi in mare spetta ovviamente ai vertici del gruppo, soffocati a loro volta dal bisogno di salvaguardare quanto di buono fatto e dall’esigenza di non perdere troppo terreno nei confronti della concorrenza, la quale, ammette Elop, sembra viaggiare a una velocità superiore a quella di Nokia.
Nella lettera il manager cita chiaramente Apple con il suo iPhone e Android, due concorrenti che hanno saputo costruire attorno ai propri prodotti un “ecosistema” capace di attirare l’interesse del pubblico e con esso di spostare gli equilibri del mercato.
Per Nokia è quindi il momento di agire. Di scegliere di saltare dalla piattaforma in fiamme e provare a nuotare in acque gelide e pericolose, le uniche che potrebbero portare però alla salvezza.
Elop dice che è arrivato il momento di decidere se costruire per Nokia un proprio ecosistema o catalizzarlo prendendo quanto offre il mercato, mentre la terza alternativa sarebbe quella di entrare a far parte di un ecosistema di terzi, il che si può leggere come un aprirsi a delle collaborazioni con chi può offrire una piattaforma (un ecosistema, per restare alle parole di Elop) con delle potenzialità già ben avviate.
Non sono pochi coloro che hanno letto in quest’ultima possibilità una specie di anticipazione riguardo una futura collaborazione con Microsoft per portare Windows Phone 7 sugli smartphone Nokia, dando così nuova linfa alle voci circolate con insistenza nelle ultime settimane.
Rimane inoltre in piedi l’ipotesi Android, che potrebbe rappresentare l’ancora di salvezza per Nokia in un mercato sempre più competitivo, il tutto all’insegna dell’idea secondo cui se il nemico è troppo forte per essere battuto, allora è meglio allearsi con lui piuttosto di soccombere.
Scenari molto suggestivi quanto complessi da dipingere, destinati comunque a segnare un punto di rottura con il passato. Di certo, quale che sarà la scelta fatta, una cosa è certa: per Nokia è arrivato il tempo di saltare in acqua, sperando che la corrente sia quella giusta e che il finale della storia sia identico a quello dell’uomo sulla piattaforma petrolifera raccontato da Elop.