Yahoo, una volta scontata la schiacciante crescita registrata da Google soprattutto dopo l’approdo in borsa, sta rialzando il capo tornando ad essere al centro delle attenzioni e delle strategie del web. A determinare questo significativo cambiamento di orizzonte vi sono i primi dubbi legati all’offerta concorrente (Google domina nella ricerca ma i risultati latitano in troppi altri servizi), le interessanti acquisizioni in campo 2.0, il patto stretto con eBay e l’ipotizzato feeling con Microsoft.
Per meglio capire come Yahoo saprà orientarsi nel prossimo futuro per rilanciare il proprio brand sulla base degli investimenti effettuati, abbiamo sentito Stephen Taylor, Vice Presidente Yahoo! Search Marketing per l’area europea. A proposito di eBay e delle sue iniziative nel “business blog” Taylor plaude l’iniziativa vedendo la possibilità di un comune vantaggio nell’ambito: «siamo molto felici per l’accordo con eBay negli U.S.A.. Ne beneficeranno gli utenti, attraverso risultati più completi e soddisfacenti nelle loro ricerche e una più vasta scelta per i pagamenti online, con l’opportunità di usare PayPal in tutto il network Yahoo!. In secondo luogo della partnership beneficeranno Yahoo! stessa, espandendo le possibilità di inserzioni pubblicitarie attraverso un inventory di alta qualità, e eBay, potendo estendere a milioni di altri utenti il proprio commercio e le proprie offerte di pagamento (payment offerings)».
A specifica domanda, inoltre, Taylor ha indicato nel “social search” l’obiettivo che guida la sezione R&S del gruppo: «Yahoo! vuole offrire un’esperienza nella ricerca che sia più rilevante e soddisfacente, attraverso il social search. In altre parole, proporre una migliore ricerca attraverso la conoscenza della gente – mettendo assieme quello che le persone sanno con la Web Search Technology. La condivisione collettiva è chiaramente il prossimo capitolo della storia del Web, con gli utenti che diventano autori. Le barriere per entrare in questi contenuti e crearne di nuovi vengono continuamente abbassate e le nuove tecnologie stanno permettendo alle persone di ideare, produrre, sviluppare, presentare e vendere contenuti e conoscenza in modi prima inimmaginabili». Taylor, infine, sbandiera il vessillo della folksonomy contrapponendolo al freddo funzionamento di una formula matematica: «il volume di conoscenza umana – in modo particolare la conoscenza basata sulle community, che acquista grande valore grazie alle ricerche individuali – risiede nelle persone e non in algoritmi matematici. Oggi, le rivoluzioni nel search verranno da nuove ricche fonti di metadata e da contenuti creati dagli utenti. La conoscenza collettiva in una community di un utente diventerà il driver per risultati nella ricerca sempre più complete e pertinenti.
Una domanda a Stephen Taylor doveva forzatamente essere posta per capire quanto il distacco dell’Italia si rifletteva sui servizi di un gruppo quale Yahoo, presente in tutta Europa. Emerge per l’utenza un comportamento pressochè omogeneo in tutto il vecchio continente, con differenze che si fanno però più marcate in ambito business ove le potenzialità della rete sono spesso ignorate o sottovalutate (il caso italiano rientra in questo quadro): «Yahoo!, soprattutto con la piattaforma di Yahoo! Search Marketing, sta cercando di offrire prodotti sofisticati ma allo stesso tempo semplici, che permettano anche ad utenti con una preparazione di marketing – e non tecnica – di sviluppare una campagna di search advertising».