A Torino si è svolta la quarta edizione di Frontiers of Interaction, conferenza dedicata al design e all’innovazione che vede tra gli speaker personaggi di primo piano.
Uno degli interventi che mi ha colpito di più è stato quello di Bruce Sterling, noto scrittore di romanzi di fantascienza, che ha parlato del concetto di innovazione evidenziando alcuni aspetti noti, ma che spesso tendiamo a dimenticare.
La riflessione a mio avviso più interessante è stata quella che ha ricordato al pubblico, composto da designers ed innovatori, che la gran parte dei limiti posti allo sviluppo industriale sono di natura politica e non scientifica.
A supporto di questa verissima affermazione, Sterling ha raccontato la sua esperienza all’Aereoporto di Torino Caselle, a suo avviso esempio superbo di luogo mal progettato. L’accoglienza dello straniero è pessima sia dal punto di vista del design (usciti dallo scalo è difficile capire dove recarsi per prendere un mezzo pubblico) sia dal punto di vista della comunicazione: il turista si trova sperduto in un luogo non amichevole che non lo aiuta ad entrare in comunicazione col luogo in cui si trova.
Ebbene, come giustamente Sterling ha rilevato, un buon studente non ancora laureato di una scuola di design e comunicazione riuscirebbe a fare un lavoro molto migliore di quello che è stato fatto.
Tutto ciò è imputabile a difficoltà di ordine politico, di giardinetti recintati che non comunicano tra loro, di gelosie, rivalità ed altri vincoli che di fatto generano un attrito insuperabile e che non sono certo un problema solo italiano ma che, purtroppo, da noi è notevolmente enfatizzato rispetto ad altre realtà.
Dobbiamo quindi guardare con entusiasmo alle nuove tecnologie, ma allo stesso tempo dobbiamo ricordarci che molti problemi possono essere risolti con tecnologie vecchie di decenni, che non sono state applicate per vincoli e limiti di altra natura: è lì che bisogna adoperarsi.