Steve Ballmer ha venduto parte delle proprie azioni in Microsoft. Ed è una parte cospicua, un ammontare plurimiliardario che pone qualche interrogativo poichè, quando il timoniere esprime dubbi, l’intera ciurma si sente meno sicura. Ballmer rassicura tutti: Microsoft è una azienda solida. Ma l’azionariato vuole ora risposte più solide perchè il portafoglio spesso esprime i concetti meglio di tante parole.
In qualità di CEO Microsoft, Steve Ballmer ha il divieto di vendere/acquistare le azioni del proprio gruppo in prossimità delle comunicazioni trimestrali. Inoltre, ogni movimento va comunicato alla Securities and Exchange Commission e reso pubblico in funzione di una necessaria trasparenza che le parti coinvolte debbono avere nei confronti dell’azionariato. La cessione delle azioni è stata spalmata nell’arco di 3 giorni: mercoledì, giovedì e venerdì, cioè dal 3 al 5 novembre, rispettivamente ai prezzi di 27.1645, 27.1838 e 26.7446 dollari.
In tutto Steve Ballmer ha ceduto circa 49.3 milioni di azioni il che, ad un prezzo di circa 27 dollari l’una, significa un controvalore pari a 1,3 miliardi di dollari. Non solo: il CEO ha spiegato di voler ridurre ulteriormente la propria presenza tra l’azionariato del gruppo cedendo entro la fine dell’anno ulteriori 25 milioni di azioni circa. Se fino a pochi giorni or sono Steve Ballmer possedeva 408 milioni di azioni, insomma, il piano prevede un alleggerimento finale pari al 18.4%.
Per il portafoglio di Steve Ballmer la cosa significa anzitutto un forte incremento delle disponibilità liquide; la cessione entro la fine del 2010, inoltre, configura anche un forte risparmio in termini fiscali poiché esclude parte dell’ammontare della proprietà dalle imposizioni delle nuove normative del settore (la cui pressione fiscale sale dal 15 al 20% a partire dal prossimo gennaio): per Ballmer alcune decine di milioni intascati ed esclusi dal dovuto all’erario.
La cessione ha però altresì una forte ricaduta strategica sul modo in cui tale dismissione può essere interpretata. Le prime interpretazioni maturate indicano la possibilità per cui Ballmer, ormai 54enne, possa iniziare una lenta uscita dal gruppo per trasferire ad altri le sue responsabilità nel lungo periodo. Da parte sua il CEO avrebbe immediatamente accompagnato le comunicazioni alla SEC con dichiarazioni dovute di stima e fiducia nei confronti dell’azienda e dei prodotti che stanno per giungere sul mercato: da Kinect a Windows Phone 7, da Bing ad Azure.
Quel che è chiaro, insomma, è che Steve Ballmer d’ora in poi avrà minor peso specifico in Microsoft (pur rimanendo il secondo maggior azionista dopo Bill Gates); quel che non è chiaro è invece il perchè.