Continuano a scaturire in queste ore pillole di quanto contenuto nella biografia ufficiale di Steve Jobs, in prossima uscita e presto disponibile per l’acquisto anche in Italia. Trattasi di curiosità importanti, fondamentali per capire a tutto tondo un personaggio complesso quale quello del fondatore Apple. Ed un ulteriore risvolto concerne il suo rapporto con Google, un amore odio che lo portava da una parte a promettere la distruzione di Android, e dall’altra a proporre “fraterni” suggerimenti a Larry Page per la crescita di un gruppo sano.
Quest’ultimo dettaglio è quanto emerso nelle ultime ore: Jobs avrebbe infatti suggerito al co-fondatore di Google (ed oggi CEO) Larry Page di fare in modo che l’azienda potesse mantenersi snella e focalizzata su ben determinati obiettivi. «Immaginate come volete che Google cresca», suggerì Jobs al collega di Mountain View: «Quali sono i cinque prodotti su cui volete focalizzare l’attenzione? Sbarazzatevi di tutto il resto, perché vi trascinerà verso il basso. Vi trasformerà nella Microsoft».
La similitudine è chiara: focalizzare gli investimenti e credere nella qualità, altrimenti la situazione sarebbe diventata pericolosa, ingestibile e deleteria ai fini della crescita. E sono questi consigli che Larry Page ha dimostrato di cogliere con forza: vari sono stati i prodotti depennati negli ultimi mesi (da Google Wave a Google Buzz e via dicendo), dimostrando così una strategia del tutto differente rispetto a quella stabilita dalla precedente gestione di Eric Schmidt.
I consigli di Jobs alla concorrenza fanno parte di una sorta di patto generazionale che è lo stesso Jobs a spiegare a Walter Isaacson durante le interviste tenute in preparazione della biografia ufficiale. Il fondatore Apple spiega di essere stato erudito più volte da William Hewlett (Hewlett-Packard) durante i primi passi della sua carriera e di voler restituire alla Silicon Valley quel che dalla Silicon Valley ha ricevuto. Concorrenza, insomma, ma tracciando una via solidale comune.
Il 5 ottobre ha però fatto scorrere i titoli di coda ed ora sarà la biografia firmata Isaacson a consentire a tutti di capire meglio, con le sfumature ed i privilegi del post-mortem, la figura di Jobs.