Non è certo un mistero sottolineare come Steve Jobs, così come si è appreso dalla biografia di Walter Isaacson, fosse un amante della spiritualità, dei significati nascosti, dei simboli e della numerologia. E proprio in fatto di cifre c’è un numero che torna frequentemente nella vita professionale dell’ex iCEO: il 3, diventato una vera e propria mania dalle parti di Cupertino.
Tre sono state le rivoluzioni di Apple – Mac, iPod e iPhone – e tre sono le caratteristiche su cui Jobs ha puntato per il keynote di iPad 2, ovvero “thinner, lighter and faster”. Tre sono sempre le opzioni di storage per ogni device iOS, ad esempio 16, 32 e 64 GB per iPhone, e la cifra torna anche ogni volta che vi è la presentazione di un nuovo prodotto: arriverà sempre per terzo sul palco. Da dove arriva questa vera e propria mania per il numero 3?
Nella simbologia cristiana, il 3 è il numero della Trinità, quindi della perfezione. La stessa suddivisione si trova anche nella Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti a opera di Thomas Jefferson, con “la vita, la libertà e la ricerca della felicità”. Nelle filosofie orientali, invece, il 3 incarna la fine del dualismo, delle contrapposizioni, è la cifra dell’armonia, della mediazione, dell’equità. Carico di tutti questi significati, condivisi universalmente dalle culture e le tradizioni di tutto il mondo, è facile comprendere perché il “mistico” Steve Jobs ne abbia subito fatto una bandiera: rispecchia pienamente la filosofia di Apple, con i sui prodotti perfetti, altamente usabili e appunto armonici. Una mania che è ben diventata regola obbligatoria in quel di Cupertino, tanto da essere rimasta in vigore anche dopo la scomparsa dell’iCEO: tre, ad esempio, sono i laptop rinnovati durante l’ultima WWDC 2012, ovvero MacBook Air, MacBook Pro e MacBook Pro Retina Display. Una vera e propria ossessione, così come la definisce Carmine Gallo dalle pagine di Forbes:
«Una volta compreso cosa cercare, l’aderenza alla regola del tre è ovunque in Apple: dal numero dei modelli di iPhone e iPad venduti alle app contenute nella suite iWork».