«Steve Jobs, Ceo di Apple, è stato interrogato in relazione alla vicenda delle stock options retrodatate che coinvolge 200 aziende americane. L’interrogatorio si è svolto la settimana scorsa a San Francisco da parte della Sec e del Dipartimento di Giustizia»: così l’ANSA riporta la notizia emersa nelle ultime ore relativamente all’incontro tra Steve Jobs, numero uno della Apple, e l’organismo di controllo della borsa USA.
Steve Jobs è stato coinvolto nella vicenda in quanto primo beneficiario del fantomatico errore con cui sarebbero, secondo la tesi accusatoria, stati falsati i bilanci del gruppo a vantaggio del patrimonio personale del suo guru. Un’indagine interna ha scagionato Jobs (ora, quindi, difeso a spada tratta) e nel contempo ha fatto saltare le prime teste per dimostrare la buona fede del gruppo dopo l’autodenuncia che ha dato il via alle investigazioni.
Il caso risale al 2001 e potrebbe potenzialmente avere effetti particolarmente deleteri per Apple nel caso in cui la Securities and Exchange Commission interleggesse precise responsabilità nell’attività di Jobs. Nessun dettaglio è emerso dall’incontro tra le parti e nessuna comunicazione ufficiale giunge al momento né dalla SEC, né da Cupertino.