È al momento disponibile in un numero limitato di sale, per un lancio in tutti gli USA il 23 ottobre, ma il nuovo film dedicato a Steve Jobs è già un successo. La pellicola sceneggiata da Aaron Sorkin, al centro di alcune polemiche nelle ultime settimane, segna infatti la migliore media d’apertura per qualsiasi film lanciato nel corso del 2015. Un fatto che conferma come su Jobs permanga ancora molta curiosità e, non ultimo, come forse critica e polemiche ne abbiano sospinto il risultato ai botteghini.
Così come riferisce Deadline, il film ha incassato nel primo weekend circa 520.942 dollari che, tradotti nell’esiguo numero di sale coinvolte in questa prima anteprima, si traduce in circa 130.236 dollari per esercizio. Per confronto, “Sicario” di Dennis Villeneuve ha raccolto 67.000 dollari per sala, mentre per raggiungere risultati più alti nel primo weekend bisogna tornare al 2014, con l’arrivo al cinema di “Grand Budapest Hotel” di Wes Anderson, con una media per sala di 202.000 dollari.
L’arrivo nei cinema statunitensi, un percorso che si completerà il prossimo 23 ottobre, non si può dire sia stato accompagnato da un clima serafico. Già dalla fase di produzione, infatti, lo sceneggiatore Aaron Sorkin e il regista Danny Boyle hanno incontrato diversi ostacoli, tra cui un cambio di casa produttrice e alcune défaillance celebri in fase di definizione del cast, come quella di Christian Bale. Il ruolo di Steve Jobs è stato infine accordato a Michael Fassbender, mentre nella pellicola appaiono anche Seth Rogen, Kate Winslet e molti altri.
Basato sulla biografia di Walter Isaacson, pubblicata poco dopo la scomparsa dell’iCEO, il film ha generato nelle ultime settimane alcune polemiche. Seppur non direttamente, Apple sembra essersi infatti allontanata dai fatti narrati: Tim Cook, ad esempio, in un’intervista ha specificato come le produzioni mediatiche su Steve Jobs non colgano il compianto collega nella sua interezza, apparendo così “opportuniste”. Un fatto che ha determinato una risposta accesa dallo stesso Sorkin, poi scusatosi pubblicamente. Anche John Sculley, CEO di Apple ai tempi dell’abbandono di Jobs, ha specificato come il film sia potente dal punto di vista dell’intrattenimento, ma colga solo un aspetto del compianto iCEO.