Steve Jobs starebbe collaborando alla stesura di una propria autobiografia autorizzata. La notizia emerge dal New York Times e si incastona perfettamente, pur senza conferme di sorta, nell’attuale contesto privato e professionale del guru di Cupertino. Una cosa, infatti, è di fondamentale importanza: mai fino ad ora Steve Jobs aveva collaborato di persona alla stesura di un libro sulla sua persona.
Egli, anzi, ha sempre difeso con forza l’intimo della propria vita privata. Tale segretezza ha dovuto addirittura scontrarsi con la sete di notizie di chi, investendo su Apple, ha deciso di scommettere sul genio del relativo “iCEO”. Durante la recente degenza post-operatoria, infatti, sono stati in molti a chiedere notizie sul suo stato di salute per capire come e se un eventuale decorso negativo avrebbe potuto influire sulle capacità innovative del gruppo. Anche in quella fase Jobs ha negato ogni notizia ed ha saputo vivere nella più totale segretezza il trapianto del fegato prima ed i successivi mesi di riposo poi.
L’autobiografia potrebbe ora essere il sigillo su di una intera carriera, una firma estrema al termine di una parabola che ha scritto la storia dell’innovazione tecnologica. E potrebbe essere una iniziativa oltremodo significativa anche per tutta una serie di circostanze peculiari. Anzitutto è chiaro come l’autobiografia potrebbe essere di per sé un ebook, ciò su cui Steve Jobs ha puntato con forza in questa fase di sviluppo a Cupertino. Il “libro” potrebbe dunque diventare il primo vero bestseller esclusivo per iPad, trainando le vendite ed aggiungendo un significato ulteriore al valore della libreria iBook.
Convocato alla stesura della biografia è Walter Isaacson, già autore di “Einstein: His Life and Universe” e “Benjamin Franklin: An American Life“. Oggi il suo ruolo è quello di responsabile del TIME, tra i primi candidati ad uno sviluppo dedicato di prodotti editoriali per tablet. La sua posizione ed il suo curriculum potrebbero essere ideali per il sigillo di Jobs ed è per questo che, alla soglia dei 55 anni del CEO di Cupertino, la scelta potrebbe essere dettata dal desiderio di imprimere un’ultima spinta a quella che lo stesso Jobs ha definito come la sua opera massima.
Un raro carcinoma al pancreas, gli scompensi ormonali poi, il trapianto del fegato infine. In questo lasso di tempo l’iPod ha spopolato, la linea Mac ha moltiplicato la propria penetrazione sul mercato, iTunes ha rivoluzionato il mondo della musica e l’iPad è giunto a promettere ulteriore slancio per il futuro. La sensazione è quella per cui, a distanza di pochi mesi dal pensionamento del suo contrapposto Bill Gates, Jobs stia pensando a mettere una firma d’autore sulla propria parabola di successo. L’eredità culturale della sua attività sarà affidata quindi al retrobottega del suo laboratorio, a tutto quel che di segreto è stato celato nei suoi ricordi e nella sua vita al di fuori dei keynote.
Difficile attendersi conferme e, anzi, è al momento ancora necessario pensare ad un Jobs alle prese con le trattative per riempire di contenuti l’iPad. Alle trattative, poi, potrebbe aggiungersi un ultimo lascito la cui preparazione sarebbe alle fasi iniziali. Nulla di urgente, però: l’autobiografia, per ora, può attendere.