La Borsa ha dato la propria valutazione: Steve Jobs vale il 5% del titolo Apple. Il 5%, infatti, è quanto il titolo è caduto nelle ore immediatamente successive all’annuncio dell’ex-CEO, il quale ha lasciato il gruppo senza addurre motivazioni chiare, ma lasciando intendere come il suo sia un addio definitivo al timone di Cupertino.
Da tempo l’azionariato Apple chiede che il gruppo approvi e comunichi un piano di successione: prima che lo stesso potesse essere formalizzato pubblicamente, le sue indicazioni sono già esecutive: Tim Cook è l’eletto che seguirà Steve Jobs nella linea di successione stabilita. Il Board of Director ha immediatamente approvato l’avvicendamento, votando piena fiducia nel nuovo amministratore delegato (da 13 anni nel gruppo e più volte alla guida dello stesso durante le parentesi di assenza di Jobs a causa dei pregressi problemi di salute).
Le azioni Apple hanno chiuso nella serata di ieri a quota 357 dollari nelle contrattazioni after-hour dopo una giornata chiusa a 376 dollari. 20 anni or sono le azioni Apple valevano 13 dollari, 10 anni fa valevano 9 dollari, poi l’esplosione: 85 dollari circa nel 2006, 200 dollari nel 2009, oltre 300 dollari nel 2010, a sfiorare i 400 nell’anno in corso. Jobs lascia con l’iPhone in piena guerra contro Android, con l’iPad dominatore assoluto, con gli iPod in fase calante e con Mac OS X Lion pronto a traghettare il gruppo nell’era post-pc (come da definizione dello stesso Jobs).
Nelle prossime ore saranno due le direttrici su cui si svilupperà il giudizio della finanza attorno alla mela di Cupertino: la sfiducia per il vuoto incolmabile lasciato dall’icona dell’azienda e la fiducia che il gruppo ha dimostrato in Tim Cook (il quale ha già dimostrato in passato di essere all’altezza delle aspettative). Fin da oggi sarà possibile mettere i due elementi sul bilancino per tracciare un primo computo. Per ora Steve Jobs pesa il 5% di un gruppo avente capitalizzazione di 348.75 miliardi di dollari, ma gli investitori vorranno immediatamente risposte forti: sebbene Jobs abbia garantito il proprio affiancamento a Tim Cook, da egli stesso raccomandato nella propria lettera di addio, la dipartita appare definitiva ed in assenza di riscontri sarà probabilmente la paura ad avere la meglio. In attesa, quantomeno, che tornino a parlare le trimestrali.