Siri, l’opzione di iPhone 4S più amata dagli utenti della Mela, ha un’evoluzione non di certo semplice. Secondo quanto trapelato oggi, infatti, pare che Steve Jobs non ne amasse affatto il nome. Per quale motivo, quindi, è stata commercializzata con questa dicitura poco gradita all’iCEO?
Siri non è una produzione nata da zero negli studi di Cupertino. L’invenzione è di una start-up norvegese acquisita da Apple nel 2010, quindi gran parte del processo di realizzazione dell’assistente vocale di iPhone 4S era già terminato prima dell’approdo sui caldi lidi della California.
Il nome è stato scelto per pura casualità. Dag Kittlaus, il CEO della start-up, amava questo nome, tanto da essere disposto a chiamare così sua figlia:
«Ho lavorato in Norvegia con una donna chiamata Siri e ho voluto chiamare così mia figlia, il dominio Siri era poi disponibile. Le compagnie dedicate agli utenti si devono focalizzare sul fatto che si tratta di un nome facile da pronunciare.»
Jobs, tuttavia, è rimasto tutt’altro impressionato da queste motivazioni e, così, ha chiesto ai responsabili del progetto di trovare una dicitura più adeguata, che rimandasse a quell’appeal tipico che solo la Mela è in grado di generare. Non riuscendo tuttavia a presentare una proposta soddisfacente, anche il compianto iCEO si è dovuto adeguare al tanto odiato nome Siri.
Chissà se, con il senno di poi, Jobs avrebbe approvato il brand. Siri è effettivamente un nome facile da ricordare, si adatta perfettamente a qualsiasi lingua e in poco tempo ha acquisito una forza comunicativa ineguagliabile. A conti fatti, l’intuizione di Kittlaus si è rivelata tutto fuorché sbagliata.