I dubbi si addensavano da quando, all’ultima apparizione in pubblico, Steve Jobs si presentò smagrito e meno brillante del solito. I vecchi problemi di salute patiti non erano cosa da nulla e la sua figura centrale nel mondo Apple imponevano serie considerazioni sul suo futuro nell’azienda. Negli ultimi giorni erano tornate così a circolare voci preoccupate sullo stato di salute del guru di Cupertino, il quale ora rassicura tutti tramite una comunicazione indirizzata direttamente ai manager del gruppo.
«Colleghi, ho alcune notizie personali che vorrei condividere con voi e voglio e che le sentiate direttamente da me. Questo weekend sono stato sottoposto con successo ad una operazione chirurgica per rimuovere un carcinoma dal mio pancreas»: così 4 anni or sono Steve Jobs comunicava la propria degenza spiegando che sarebbe tornato presto al lavoro senza ripercussioni. E così è stato, e gli ultimi 4 anni sono stati quelli in cui Apple ha meglio goduto dell’immagine del suo leader con in mano ad ogni occasione sempre una nuova miracolosa «just another thing».
Poi l’ultima apparizione che ha svegliato antichi fantasmi. Da Jobs non è giunta in queste settimane alcuna comunicazione ed al tempo stesso Apple ha solo saltato a pié pari la faccenda spiegando tramite il CFO Peter Oppenheimer che il tutto è solo ed esclusivamente una «questione personale» di Jobs. Nulla che richieda di essere spiegato pubblicamente. Letta tra le righe, tale indicazione sembrava una malcelata conferma che qualcosa di preoccupante fosse tornato in auge.
Bisogna invece stare ora a quelle che sono le spiegazioni fornite da Jobs in persona (pur se non pubblicamente): nessun problema con il vecchio carcinoma, solo alcune complicazioni a livello nutrizionale che si sono ripercosse direttamente sul peso e sull’aspetto. Trattasi dunque di informazioni indirette e prive di dettagli. «I feel fine» è la sua unica dichiarazione pubblica sulla questione. Gli analisti non si fidano e gli azionisti cercano informazioni, mentre trapela dal New York Times che l’azienda avrebbe comunque pronta la successione nel caso il CEO si facesse da parte.