Tim Cook ha annunciato a fine 2011 un progetto di beneficenza dedicato ai dipendenti Apple, un qualcosa che ha suscitato clamore sul Web poiché si tratta di una politica completamente diversa da quella attuata da Steve Jobs negli anni in cui era l’iCEO in carica. Cook ha infatti fatto qualcosa che Jobs non avrebbe mai reso pubblico, ma ciò non vuol dire che il defunto CEO non sia stato un filantropo, a modo suo. All’interno del libro Inside Apple viene svelato il perché.
Steve Jobs era notoriamente avaro quando si trattava di dar via soldi, ma avrebbe sostenuto che «l’azione più filantropica che Apple avrebbe mai potuto fare era quella di aumentare il valore della sua società, così che gli azionisti avrebbero potuto dare denaro in beneficenza per scelta propria».
L’ex CEO di Cupertino credeva pertanto che, invece di donare in beneficenza i propri soldi oppure i soldi di Apple, sarebbe stato più utile se il team della Mela avesse lavorato in modo migliore per aumentare il proprio valore, in modo che gli azionisti avessero a disposizione una maggiore quantità di denaro e pertanto la possibilità di utilizzarne una parte per fare la carità. Un punto di vista decisamente particolare, quello di Steve Jobs, che si discosta nettamente da quello del nuovo CEO Tim Cook, il quale – si ricorda – ha avviato un programma di donazioni per dipendenti Apple fino a 10 mila dollari.