Dar ragione a Samsung nella disputa contro Apple è legittimo, fa parte di una libera espressione di pensiero. Schierarsi con Samsung è doveroso se lo si ritiene una lotta di principio e se per partito preso si desidera una revisione dell’istituto dei brevetti. Schierarsi con Samsung è possibile e non urta la pubblica opinione poiché la sentenza verrà rispettata pur nel diritto di considerarla opinabile. Tutto ciò cambia, però, se il tuo nome è Steve Wozniak e se nella storia il tuo nome è ascritto a caratteri cubitali nel pedigree di chi in questa battaglia ha messo Samsung al tappeto.
Che Steve Wozniak rappresentasse l’anima non schierata del mondo Apple, è cosa risaputa da tempo: il co-fondatore del gruppo non ha mai lesinato giudizi e spesso si è abbandonato a colorite critiche nei confronto del vecchio amico Steve Jobs e delle sue creature. I “dispetti” di Jobs e la natura di Wozniak hanno però portato negli anni a due binari paralleli, entrambi a diritto considerati progenitori dell’azienda di Cupertino, ed a prese di posizione destinate a far discutere. Quella odierna è una presa di posizione, ad esempio, che incide: Wozniak ha bocciato in una intervista a Bloomberg tutto quel che è la battaglia legale tra Apple e Samsung e chiede ad alta voce che l’istituto dei brevetti possa essere rivisto per diventare qualcosa di più concreto, meritocratico e sostanziale.
Wozniak considera insomma la vittoria Apple debole, basata su innovazioni che in realtà sono soltanto piccoli passi avanti. «Vorrei che chiunque fosse d’accordo nello scambiarsi i brevetti e chiunque potesse costruire le migliori forme che si intendono utilizzare per qualunque tecnologia». Il che sembra essere una sorta di efficace riassunto della filosofia Wozniak, nella quale la tecnologia viene prima di ogni altra cosa e l’istinto “homebrew” ispira un mondo nel quale l’innovazione è moneta di scambio e non di prevaricazione. Wozniak non usa mezzi termini per esprimere la propria idea, confidando di detestare la scelta dei giudici e di non essere assolutamente d’accordo con quanto stabilito in tribunale.
Dopo il bastone, Wozniak offre ad Apple la carota: l’iPhone 5 viene giudicato in modo positivo, in modo particolare per i passi avanti compiuti in ambito fotografico (giudizio però lasciato dichiaratamente in sospeso, in attesa di avere il device tra le mani per poterlo provare in prima persona).
Su Cupertino grava però il peso della vittoria sugli “angoli arrotondati” che già Samsung e Google hanno anzitempo criticato. Una vittoria legale senza se e senza ma, insomma, che pesa come un fardello in termini di immagine. E “Woz” non ha perso occasione per mettere anche la propria firma tra i detrattori Apple in questa battaglia di principio.
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