La storia di Apple, e del suo compianto iCEO Steve Jobs, potrebbe essere diversa da come le biografie e diverse pellicole l’hanno tramandata al grande pubblico. Almeno stando alle recenti dichiarazioni di Steve Wozniak, il co-fondatore dell’azienda, il quale pochi giorni fa è intervenuto su Facebook per svelare una versione ben diversa da quella ormai considerata ufficiale: nel 1985, a seguito del progetto Macintosh, Jobs non sarebbe stato cacciato dalla società per i suoi contrasti con John Sculley. L’iCEO se ne sarebbe andato di sua iniziativa.
L’occasione per questa singolare, e per certi versi straordinaria, dichiarazione è una discussione online sul nuovo film dedicato a Steve Jobs, per la sceneggiatura di Aaron Sorkin, la regia di Danny Boyle e l’interpretazione di Michael Fassbender. Intervenendo fra i commenti di un aggiornamento di Robert Scoble, Steve Wozniak ha così dichiarato:
Steve Jobs non è stato cacciato dalla compagnia. Se ne è andato.
Il co-fondatore di Apple, il quale ha approvato il lavoro di ricostruzione eseguito da Sorkin e con cui ha anche collaborato, nel suo lungo intervento ha voluto specificare come l’azienda credesse nel Macintosh, forse anche per riabilitare la figura di Sculley. Con le azioni scese di un terzo in borsa in poco più di un giorno, a causa delle vendite contenute del primo Macintosh data la ridotta disponibilità di software, l’azienda aveva deciso di modificare l’evoluzione del capostipite tra i computer di largo consumo dotati di GUI, per evitare Apple potesse fallire. Steve Jobs non sarebbe stato quindi cacciato dall’azienda, bensì gli sarebbe stato richiesto di fare un passo indietro rispetto alla sua visione, per permettere alla società stessa di consolidare la propria posizione. Un fatto che l’iCEO non avrebbe gradito, decidendo di sua iniziativa di andarsene.
Comprendere cosa sia davvero accaduto nell’ormai lontano 1985 non è semplice, poiché le versioni disponibili non convergono. Lo stesso Jobs, ad esempio, nel suo famoso discorso agli studenti di Standford ne fornì una versione assai diversa da quella svelata oggi da Wozniak.
Avevamo lanciato la nostra migliore creazione – il Macintosh – un anno prima e avevo appena compiuto 30 anni. E sono stato licenziato. Come puoi essere licenziato dalla compagnia che tu stesso hai fondato? Con la crescita di Apple abbiamo assunto qualcuno che ho ritenuto di talento, affinché guidasse la compagnia con me, e per il primo anno tutto è andato bene. Ma quando le nostre visioni sul futuro hanno iniziato a divergere, alla fine ci siamo scontrati. Quando l’abbiamo fatto, il Consiglio d’Amministrazione si è schierato con lui. Così sono stato cacciato a 30 anni.
Lo stesso Sculley, tuttavia, ha negli anni smentito il racconto di Jobs, spiegando come l’azienda non abbia cercato di cacciare il co-fondatore, bensì di convincerlo a fare un passo indietro dalla guida della divisione Macintosh. Quel che sia davvero successo, come già accennato, è difficile ipotizzarlo dall’esterno. Ma le dichiarazioni di Wozniak sono state sufficienti per riaprire il caso, con accese discussioni sui social network tra favorevoli e detrattori della sua versione.