L’interessamento nei confronti della realtà virtuale da parte di un big del cinema come Steven Spielberg testimonia, se ancora ce ne fosse bisogno, quali sono le potenzialità della tecnologia per tutto ciò che riguarda l’ambito dell’intrattenimento, non solo videoludico. Il registra premio Oscar è al lavoro con il team The Virtual Reality Company (VRC) su un progetto dedicato alle famiglie.
L’annuncio iniziale nei mesi scorsi in occasione del Sundance Film Festival, senza però dettagli concreti in merito alla natura dell’iniziativa. Oggi la conferma di un investimento pari a 23 milioni di dollari assicurato dal gruppo Hengzin Mobile Business di Pechino. Altri nomi noti che stanno contribuendo economicamente alla realizzazione sono James Hetfield (leader e cantante dei Metallica), Rothenberg Ventures ed Elementum Ventures. Queste le parole di Guy Primus, CEO di VRC, che spiegano come il mercato asiatico si stia dimostrando particolarmente sensibile a tutto ciò che riguarda la realtà virtuale.
Stanno costruendo un portale online per i contenuti VR. Con questo accordo, saranno i nostri distributori chiave per la Cina, un mercato in rapida crescita per questi contenuti, più che gli Stati Uniti.
The Virtual Reality Company ha già realizzato The Martian VR Experience per Fox, uno spin-off in realtà virtuale della pellicola che ha visto protagonista nei cinema Matt Damon.
Di recente VRC ha siglato una partnership con D-Box, azienda specializzata nella progettazione di sistemi per il motion tracking, con l’obiettivo di realizzare esperienze di realtà virtuale dedicate al gaming, in particolare un titolo action-adventure che debutterà nel corso del 2017.
Non è ancora chiaro quale sarà il progetto VR di Spielberg: di certo, trattandosi di un contenuto per famiglie, sarà un’esperienza fruibile da tutti. Curiosamente, solo il mese scorso il regista ha espresso le proprie perplessità in merito all’impiego di questa tecnologia in ambito cinematografico.
Penso che ci stiamo muovendo verso un medium pericoloso, con la realtà virtuale. Lo definisco pericoloso perché offre allo spettatore la possibilità di guardare altrove rispetto a dove vorrebbe chi racconta la storia, prendendo decisioni proprie. Spero che non finisca per mettere la narrazione in secondo piano, portandoci all’interno di un mondo in cui possiamo guardare tutto intorno a noi, liberamente.