Le indagini interne al gruppo Apple avrebbero fatto emergere una serie di irregolarità le cui colpe non hanno però trovato corrispettiva attribuzione. In particolare il gruppo ha ammesso i problemi già auto-denunciati in precedenza, ma l’accento è stato perlopiù posto sull’assenza di un filo diretto che ricolleghi Steve Jobs alle stock option irregolari.
Steve Jobs sapeva, ma non sapeva. Il carismatico CEO sapeva delle stock option, insomma, ma non ne conosceva le implicazioni finanziarie. Soprattutto, non ne avrebbe tratto vantaggio. Ignoranza sui fatti, leggerezza forse, ma non dolo: Steve Jobs esce pulito dalle indagini Apple ed il suo nome era in effetti stato fin da subito depennato dalla lista dei possibili responsabili.
Le colpe dovranno però trovare casa perchè la SEC (Security Exchange Commission) pretende qualche testa da mostrare agli investitori. Il primo a cadere è stato Fred Anderson, dimissionario «per il bene dell’azienda». Le responsabilità reali di Steve Jobs, però, rimangono sospette: «Jobs ignorance argument is no defence» titola The Inquirer, «Can ignorance put Apple’s Jobs in clear?» rimarca Associated Press. Pur se non completamente linda, la posizione di Jobs esce comunque rafforzata. Ne giova il titolo in borsa, con lo stock azionario che evita un clamoroso knock out e si appiglia ancora una volta al suo CEO per rilanciare le attività e la crescita.