Non dovrebbero esserci ulteriori ripercussioni legali per Steve Jobs nell’intricato caso delle stock option di Apple. Il CEO della società di Cupertino non dovrebbe dunque affrontare alcun processo da parte governativa, nonostante le numerose azioni legali intraprese nei confronti di alcuni suoi ex manager di Apple e degli studi di animazione Pixar.
Le indagini interne condotte da un team di revisione di Apple avevano già completamente scagionato Steve Jobs circa un anno fa, fornendo informazioni e collaborazione alla US Securities and Exchange Commission (SEC), incaricata di verificare la vicenda delle stock option. Terminate le indagini sul comportamento di Steve Jobs e dell’intera società, la SEC aveva poi prestato particolare attenzione ad alcuni dei principali indiziati tra i manager di Cupertino. Verificate le responsabilità, l’organismo di controllo aveva deciso di citare in giudizio il principale responsabile delle finanze di Apple, Fred Thompson e l’ex consigliere generale Nancy Heinen.
A distanza di un anno, le probabilità che Steve Jobs possa essere oggetto di una azione legale da parte di una procura statunitense per il caso delle stock option sembra essere dunque molto labile, nonostante i recenti sviluppi della vicenda, che hanno visto alcuni investitori interessati ad avviare nuove cause. Al momento, infatti, le prove sembrano confermare come il CEO di Apple non fosse pienamente a conoscenza delle implicazioni legate alle politiche della società sulle stock option. Secondo alcuni analisti, la scarsità di prove in possesso e l’alto profilo del personaggio difficilmente indurrebbero una giuria popolare a esprimersi per una condanna nei confronti di Jobs. Al momento, nessun procuratore sembrerebbe, inoltre, disposto a mettere in discussione la propria reputazione avviando azioni legali molto incerte, e probabilmente con scarse possibilità di vittoria.
SEC e giustizia statunitense cercheranno quindi di muoversi con estrema accuratezza nell’intricato caso delle stock option, osservando numerose cautele per non danneggiare una delle principali e conosciute società informatiche d’America. La distinzione tra singoli individui accusati di non aver compiuto fino in fondo il loro dovere e la buonafede di Apple sembrano essere i due binari su cui si muoveranno le indagini, tese a far chiarezza con gli strumenti giudiziari nelle sedi maggiormente opportune. Nonostante le notizie positive per il suo CEO, nella seduta in borsa di ieri, Apple si è mossa principalmente in terreno negativo, come buona parte dei titoli dei listini tecnologici. La società di Cupertino ha perso circa 1,40 punti percentuali, portandosi a 186 dollari per azione.