Nei 55 minuti di conferenza stampa a commento del risultato del primo turno alle amministrative, dove si è votato per cambiare o confermare i sindaci di più di 1300 comuni, Matteo Renzi ha condotto la lettura del voto, ma la novità è un’altra: con le immagini live di Facebook, in aggiunta ai canali tradizionali di trasmissione online, questa riunione ha toccato numeri decisamente importanti. Il terzo video più visto di giornata è stato un domanda e risposta come ce ne sono tanti, anche piuttosto noiosetto. Fenomeno che riporta in auge una peculiarità del politico fiorentino rispetto agli altri colleghi: un engagement che produce una reach stratosferica.
In termini più concreti, il video live di Renzi insieme allo stato maggiore della segreteria ha toccato 95 mila visualizzazioni e soprattutto 376 mila reach, con picchi di 5000 spettatori alla volta. Per intenderci, i live nelle stesse ore di un canale come la BBC ne faceva meno. Dunque, sia in termini di commenti e condizioni, che di copertura totale – il numero totale di utenti del social che hanno visto la medesima attività, cioè il video, nel loro feed – rappresentano la parte evidente di una parte sottostante che si immagina davvero ricca di spunti; i gestori della pagina di Renzi avranno una quantità di informazioni (insights) preziose e soprattutto uniche ed originali rispetto a quelle che le televisioni, ad esempio, riservano per loro stesse. Il numero di persone che hanno visto il post, il numero di “Mi piace”, commenti o condivisioni, persino se e come una certa cerchia di persone sono state raggiunte grazie a uno dei tanti modi e sistemi del social graph. Gli insulti, le battute? Contano nulla rispetto a questi dati aggregati.
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Quello streaming Renzi-Grillo
Sono passati 27 mesi da quella famosa diretta streaming che il movimento cinquestelle pretese per l’incontro con Matteo Renzi a palazzo Chigi.
Terza diretta dopo quella con Bersani e Letta,in un certo senso chiuse una fase e ne aprì un’altra, più parlamentare ma sempre eterodiretta secondo lo schema di Casaleggio. I cinquestelle erano la Rete e il live, gli altri partiti un vecchiume comunicativo. Sembra passato un secolo, ora verrebbe da considerare l’ipotesi contraria: i live streaming, spettacolarizzati, sono terreno di Renzi, acutissimo e instancabile utilizzatore di social, mentre il movimento si è reso protagonista di alcuni episodi di gestione interna dove è emersa la sua necessità di organizzarsi attorno a un direttorio, fisico, con la giusta dose di opacità, in grado di prendere decisioni anche senza chiedere sempre il permesso alla community di riferimento.
La vendetta
Una evoluzione che parte dalle piattaforme. Quella diretta avveniva stramite la piattaforma privata di Grillo, mentre queste ultime si affidano a un social network globale: tecnologie, grammatiche e relazioni con gli altri media completamente diverse. Si potrebbe dire, in un certo senso, che la politica pre-cinquestelle “si vendica” adottando (con maggior successo) uno strumento che nel frattempo è diventato di dominio pubblico, così come è difficile resistere alla tentazione di parafrasare la celebre battuta di Nenni immaginando che ci siano partiti con le piazze piene e i social vuoti, o viceversa. In realtà i numeri di questo ultimo live sono vicini a quelli di Di Battista, il campione del movimento per comunicativa. E forse la differenza tra le due strutture comunicative sta tutta qui: il commento al voto di Renzi avveniva via streaming, mentre quello dell’unico candidato del movimento che quasi certamente vincerà la sua sfida, la Raggi, era un semplice comunicato stampa e si affidava alle televisioni.