Streaming, che passione. Gli italiani, sembrano oramai aver scoperto definitivamente che oltre a YouTube è possibile accedere ai contenuti televisivi dal web, anche in mobilità, con soluzioni dedicate complementari a quelle classiche. Si pensi per esempio alle offerte legate alla piattaforma Sky Go o a quelle di Eurosport e Premium Play, nonché Infinity e servizi similari giusto per citare le più note. Ma non solo televisione, perché grazie alla massiccia diffusione di servizi musicali come per esempio Spotify, ascoltare la musica sul web attraverso smartphone o tablet non è più un problema. Ma presto lo streaming non riguarderà più solo i contenuti multimediali ma anche i giochi.
Si pensi, per esempio, al servizio PlayStation Now che permetterà di accedere ai giochi della piattaforma Sony in streaming su console e dispositivi mobili. Se nel 2013 gli italiani hanno compreso il valore di questa tecnologia, nel 2014 ci si aspetta un vero boom grazie anche alla disponibilità di dispositivi nati appositamente per sfruttare al meglio queste tecnologie. Si pensi per esempio alle console next generation come l’Xbox One o la PlayStation 4 o ai più recenti dispositivi mobili dotati di schermi ad altissima risoluzione, senza dimenticare le innovative Smart TV e tutte quelle soluzioni avanzate legate all’intrattenimento che debutteranno quest’anno. Tutto molto affascinante e con una qualità dei servizi sempre crescente tanto che per molti la fruizione dei contenuti multimediali come TV e musica, attraverso i canali “classici” è passata in secondo piano. L’uso massiccio dello streaming comporta di riflesso anche un uso elevato delle risorse internet e da questo punto di vista l’Italia potrebbe non essere pronta.
Pronta, soprattutto, a Netflix. Il nome rappresenta la chimera degli utenti e lo spauracchio degli operatori, poiché negli Stati Uniti ha subito dimostrato tutto il proprio potenziale e poco alla volta inizia a far luccicare il proprio brand anche al di fuori dei confini USA. Nonostante molti annunci, al momento Netflix non è ancora arrivato in Italia e difficilmente ci arriverà nel breve periodo poiché non vi sono margini per una distribuzione su larga scala con performance all’altezza. La cosa tira in ballo i cronici ritardi italiani sulla banda larga ed i problemi che la Net Neutrality impone. Nel frattempo, però, le prime soluzioni streaming sono arrivate e capire la natura del servizio è fondamentale per poterne godere al meglio. Qui, ora.
Streaming, quanti dati consuma?
Poter usufruire di contenuti televisivi in alta definizione non è uno scherzo perché richiede linee internet prestanti e sopratutto stabili. Ma quanta banda può essere necessaria per accedere alle Web TV? Molto dipende dalla piattaforma utilizzata (smartphone, tablet, console…) e dal livello di qualità dell’immagine offerta. Sky Go, per esempio, consiglia di poter disporre di almeno 600 Kbit di banda per la visione dei contenuti su smartphone e tablet e fino a 1,5 Mbit sui computer. Premium Play, invece, richiede almeno 800 Kbit. Requisiti molto simili per tutti gli altri servizi di televisione in streaming. Youtube, invece, come noto, richiede almeno 2,5 Mbit di banda, ma solo per poter accedere ai video in alta definizione.
Meno dispendioso è l’uso di banda per lo streaming musicale. Su Spotify, per esempio, nella peggiore delle ipotesi è richiesta una banda di 320 Kbit.
Più complesso il caso dello streaming dei giochi. Sony, ha fatto sapere che la sua piattaforma PlayStation Now richiede almeno una linea internet da 5 Mbit.
Secondo i dati di autorevoli ricerche, tra cui anche gli ultimi rilevamenti di Akamai, gli italiani dispongono mediamente di 4,9 Mbit. Dunque, l’uso dello streaming è tranquillamente possibile, almeno prendendo i vari servizi singolarmente. I problemi potrebbero nascere infatti nel voler utilizzare più servizi in parallelo, cosa oggi non certamente impossibile, visto che oramai quasi tutti dispongono in casa di almeno un computer, uno smartphone o tablet e una console.
L’uso combinato di più servizi di streaming, della navigazione web, di Skype e di tutto quello che offre il web potrebbe per noi italiani risultare complicato e potrebbe necessitare dell’uso di connessioni internet dedicate e purtroppo più costose.
Streaming su ADSL
Sommando le richieste di banda di tutti i servizi di streaming, per stare “tranquilli” sarebbe necessario poter disporre di almeno 7 Mbit di banda reale effettiva. Visti i dati di Akamai e di altre ricerche analoghe, nel nostro Paese c’è poco da stare allegri. Per molti problemi tecnici, la banda media pro capite è molto inferiore. Tuttavia, dovendo scegliere, è consigliabile richiedere un abbonamento che offra sulla carta connettività sino a 20 Mbit, “sperando” che la velocità effettiva sia la più alta possibile. Da questo punto di vista vanno bene tutte le offerte sino a 20 Mbit dei provider, puntando però su quelli che offrono sul proprio territorio offerte in ULL (Unbundling Local Loop) che garantiscono una qualità della connessione migliore. Poco serve, infatti, poter disporre di linee veloci se poi il provider non dispone di sufficienti risorse.
Streaming su fibra ottica
La fibra ottica è sicuramente la soluzione migliore per l’uso dello streaming. Del resto da tempo in Italia si lanciavano avvertimenti in tal senso con la necessità di sviluppare velocemente le reti next generation per poter utilizzare tutti quei servizi avanzati che sarebbero arrivati. Sfortunatamente le offerte in fibra ottica oggi sono ancora troppo poche e spesso più costose di quelle legate all’ADSL tradizionale. Anche puntando sulla VDSL, laddove disponibile, i costi per molti risulterebbero particolarmente onerosi. Per chi è raggiunto dal servizio e per chi può permetterselo è comunque sicuramente la soluzione ideale. Tra i provider che offrono connettività su fibra ottica e su VDSL si ricordano tra gli altri Telecom Italia, Fastweb e Vodafone.
Streaming su rete 3G/4G
Oggi le reti mobili sono sicuramente molto prestanti ed in grado di supportare con tranquillità i carichi di banda richiesta dai servizi in streaming. In particolare, il futuro del 4G sembrerebbe proprio orientato a questa tipologia d’uso. Sebbene però la banda e la qualità ci siano, non ci sono però al momento particolari offerte ad hoc per questo genere d’utilizzo (salvo casi particolarissimi rivolti ad eventi specifici). Visto il traffico internet limitato che gli operatori offrono negli abbonamenti dati, l’uso di questa forma di connettività per lo streaming non risulta purtroppo il più adatto. Per esempio, numeri alla mano, Sky Go, su un tablet, può consumare sino a 900 MB di traffico dati all’ora, troppo, quando gli operatori offrono abbonamenti anche da solo 1 GB al mese e comunque quasi mai sopra i 15 GB mensili.