Ancora brutte notizie per Google sul caso della raccolta illegittima dei dati delle reti WiFi rilevate dalle Google Car durante la loro opera di mappatura delle strade per il servizio Street View.
Il garante per la privacy francese (“Commission Nationale de l’Informatique et des Libertés”), formula una nuova pesantissima accusa, forse ancora più grave di quelle precedenti.
Il garante francese infatti denuncia che dalla rilevazione delle reti WiFi, Google avrebbe ricavato e archiviato “password personali, frammenti di email, indirizzi email” e moltissimo altro ancora.
L’accusa di violazione della privacy in questi termini, potete immaginare, è davvero gravissima perché Google con questi dati avrebbe potuto ricostruire un sommario profilo per ogni utente da sfruttare in molti modi, anche se ovviamente Google continua ad affermare che “non sapeva di stare raccogliendo questi dati”.
A complicare la faccenda per il colosso americano, arriva la notizia che il procuratore dello Stato americano del Connecticut ha avviato un’indagine estesa ad altri 30 stati per valutare esattamente le violazioni della privacy commesse da Google.
Ma Google non ci sta a passare come l’orco cattivo e proprio oggi, il vicepresidente Carlo D’Asaro Biondo (responsabile per l’Europa meridionale, centrale e orientale, la Russia, il Medio Oriente e l’Africa), ha rilasciato una lunghissima intervista al Corriere della Sera in cui spiega le ragioni di Google.