“SPQR: sono porci questi romani”. È con questa storpiatura della celebre esclamazione di Asterix che Umberto Bossi nei giorni scorsi, ai microfoni di Telepadania, ha suscitato reazioni che lui stesso, forse, non si sarebbe aspettato. Da più parti la politica ha condannato le parole del Ministro e anche il Web non è rimasto indifferente, con la nascita di movimenti spontanei. Il meno di 48 ore, il gruppo “Adesso basta! Roma querela Bossi” su Facebook conta più di 3.000 iscritti e proprio dalle pagine del social network è partita la proposta di una raccolta firme, che si concretizzerà con alcuni banchetti in Piazza del Popolo a Roma, sabato 9 ottobre dalle 15.30 alle 20.30.
L’iniziativa ha smosso anche l’interesse di alcuni parlamentari del Partito Democratico, che si sono detti disponibili a coprire le spese necessarie per la realizzazione dell’iniziativa, già denominata “Sono romano, sono italiano: tutti in piazza contro la Lega Nord”.
Il Web, dunque, funge ancora una volta da valvola di sfogo per la rabbia dei cittadini, configurandosi come un efficace strumento di aggregazione e per la promozione di iniziative popolari. Dal canto suo, va detto, Bossi non sembra avere la minima intenzione di acquietare gli animi. Sulle frequenze di Radio Padania, nelle ore scorse, il leader della Lega Nord è tornato a parlare della questione:
Quelli che ci attaccano per la mia battuta sono dei sepolcri imbiancati. Evidentemente hanno reagito così perché hanno la coda di paglia, del resto se potessero ci porterebbero via anche i marciapiedi. Per questa gente qui per una battuta io ho peccato di lesa maestà.
Di seguito, il discusso, e discutibile, intervento di Bossi a Lazzate sul palco di Miss Padania, che nei giorni scorsi ha dato il via alla vicenda.
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