Dalla stampa la notizia trapela così: «stressato da Internet e forse anche da un’assidua navigazione in siti contenenti culture satanistiche» (AGI), un giovane comasco si è tolto la vita con un colpo di pistola. Continua il comunicato: «l’uomo aveva 30 anni e, secondo quanto si è potuto ricostruire, sarebbe caduto in un forte stato depressivo proprio a causa di uno smodato utilizzo del computer, così come sarebbe emerso dagli accertamenti che hanno portato ad evidenziare come l’uomo frequentasse abitualmente siti riconducibili al satanismo».
Internet Addiction (by NY Times)
È dimostrato come lo strumento web sia in grado di creare una sorta di dipendenza che, a livelli estremi, può rappresentare una forma patologica (anche definita “Internet Addiction Disorder“, una sorta di ricerca di gratificazione che degenera con una progressiva assuefazione). Nel caso specifico la stampa non descrive i particolari del problema, soprattutto non è riportata una misura della dichiarata “assidua” presenza davanti al mezzo informatico, ma è intuitivamente discutibile l’attribuzione alla navigazione sul web del gesto estremo.
L’identificazione di tale assiduità come concausa ad un problema più generale avrebbe risvolti più realistici di quanto non è stato invece dipinto dagli organi di informazione e, soprattutto, un sostrato psichico disequilibrato con l’aggiunta della frequentazione di siti di matrice satanica possono rappresentare motivazioni ben più plausibili a quanto successo. Non a caso il Corriere della Sera segnala al riguardo il fatto che, più in generale, «da inizio anno si sono già registrati in provincia di Como 9 suicidi per svariati motivi contro i sette registrati l’anno precedente […] a questi vanno aggiunti anche tre tentativi».
Mai prima d’ora ad uno strumento mediatico era stata attribuita tanta importanza sul comportamento umano. La televisione, il telefono o la radio non hanno mai ricevuto tanta responsabilizzazione nella sfera privata. Anche da questi aspetti traspare la portata della rivoluzione in atto e la tendenziale “paura” che la comunità ripone in strumenti che minacciano gli ordini precostituiti (meccanismo sociale ripetutamente registratosi nella storia). Chiude con un equo appunto medico il primario dell’Istituto Psichiatrico “Betulle” di Appiano Gentile (CO): «è molto facile cadere in stati depressivi quando si usa eccessivamente Internet che all’apparenza sembra essere uno stimolo gratificante ma che, in realtà, porta a scompensi psichici coloro che già sono deboli».