«Gli sviluppatori ci dicono: ‘possiamo fare di tutto con Java ma ci vuole troppo tempo’, ora JavaFX permetterà a chiunque di creare e pubblicare più facilmente e su qualunque piattaforma»: da qui sarebbe partito tutto quanto, secondo quello che Rich Green, vice presidente esecutivo di Sun, ha dichiarato a Computerworld. Sarebbe stata l’esigenza di un linguaggio di programmazione (o di scripting) che fosse più agile e veloce da maneggiare a stimolare la creazione di JavaFX.
Il nuovo linguaggio partorito da Sun mira dunque a conquistare il terreno di AJAX, Silverlight e Flash, permettendo con maggiore facilità la creazione di applicazioni complesse per la rete e, nella sua variante mobile, per i dispositivi mobili (l’importante è avere una piattaforma JavaSE-enabled), con l’immediato beneficio di poter essere eseguito da subito dalla moltitudine di piattaforme già pronte (ma si parla solo di pc, per i cellulari sarà indispensabile installare il software apposito). Al momento JavaFX è stato distribuito in versione alpha e per il futuro è già pianificata l’introduzione di strumenti per il controllo, widgets ed altri tool.
L’obiettivo di Sun Microsystems è sempre il medesimo: connettere sistemi e persone con il suo linguaggio universale, cercando di monetizzare gli sforzi che sta compiendo dal 1995 per lo sviluppo di Java. Questa volta l’idea è di monetizzare l’uso di JavaFX Mobile, un sistema che farebbe già gola ai colossi Motorola e Nokia, i quali potrebbero cominciare a metterci le mani su nel 2008.
Nel lungo periodo, invece, il piano di Sun è di realizzare (o contribuire a realizzare) degli smartphone potenti ed economici per i paesi in via di sviluppo, oggetti nell’ordine dei 30-50 dollari. A tal proposito Jonathan Schwarz, timoniere di Sun, è stato molto chiaro con Cnet: «Java avrà un ruolo fondamentale nel portare internet agli abitanti del pianeta. Sarà il software per il quale costruire gli strumenti che diminuiranno il digital divide».