Suonerie in caduta libera: perchè pagare ciò che si può avere gratis?

Suonerie in caduta libera: perchè pagare ciò che si può avere gratis?

E’ notizia di questi giorni che negli ultimi mesi le vendite di suonerie attraverso canali tradizionali (riviste, spot tv, ecc.) sono in netto calo, tanto da far parlare di crollo.

A cosa imputare questo netto cambio di direzione, finora florido mercato che ha fatto la fortuna di molte società? Innanzitutto va ricordato che da tempo sono disponibili software che permettono di caricare loghi e suonerie direttamente dal proprio PC, senza spendere nulla. Fino a poco tempo fa, però, si trattava di software poco user friendly e in gran parte sconosciuti alla massa.

Oggi sono invece gli stessi produttori di cellulari che rendono disponibile, assieme al telefono, il CD con software intuitivi e facilmente utilizzabili, che di fatto consentono all’utente di creare in completa autonomia le proprie suonerie, questa volta davvero uniche e personalizzate.

E’ curioso notare che il crollo è più o meno generalizzato in tutta Europa, con percentuali simili tra Italia e Inghilterra, paesi molto distanti quanto a penetrazione di internet e di uso del computer in generale. Questo dato è interessante perchè può indurre ad una riflessione. Probabilmente gli utenti più smaliziati che smettono di comprare suonerie, preferendo generarsele da soli gratis col proprio pc, sono quelli più tecnologicamente progrediti ed informati.

Se ormai tutti noi, infatti, possediamo ed utilizziamo regolarmente almeno un telefono cellulare, non tutti ne desiderano personalizzare ogni aspetto: dalla suoneria allo sfondo. Coloro i quali sono così attenti a fare proprio il cellulare, sono quindi fruitori mediamente più competenti e capaci rispetto alla media (parlando sempre di approccio consumer, ovviamente).

Mi ricordo, molti anni fa quando ancora i cellulari avevano il display monocromatico e poter cambiare il logo operatore era la massima espressione di personalizzazione possibile, che mi chiedevo perchè molti pagassero per avere ciò che con un minimo di ricerca su internet, si poteva avere gratis e con una scelta migliore. Ora, dopo quasi 10 anni, pare che la massa dei consumatori dediti alle personalizzazioni abbia finalmente colto questa opportunità e ne stia approfittando.

E’ indubbio che di fronte a questo repentino e netto cambio di direzione, le società il cui business model ruota esclusivamente intorno all’invio a pagamento di contenuti per cellulari, dovranno profondamente rivedere le proprie strategie e, soprattutto, i propri contenuti.

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