Uno dei momenti di maggiore criticità durante le missioni di esplorazione spaziale effettuate impiegando i rover (veicoli controllati da remoto) è rappresentato dall’atterraggio. Preservare l’integrità dell’attrezzatura di bordo non è una cosa semplice, soprattutto se si considerano le elevate velocità con le quali ci si avvicina al suolo dei pianeti, l’attrazione esercitata dai corpi celesti e la morfologia del terreno. Per risolvere il problema fino ad oggi sono stati impiegati costosi e complessi sistemi composti da paracadute e razzi in grado di rallentare la corsa.
In futuro le cose potrebbero andare diversamente, come auspicato da Adrian Agogino, ricercatore dell’Intelligent Systems Division presso il NASA Ames Research Center. È sua l’idea del Super Ball Bot, un vero e proprio robot che a prima vista può sembrare un gomitolo di travi e cavi aggrovigliati. In realtà quella che pare una struttura confusa e poco funzionale è pensata per assorbire l’impatto con il suolo e disperderne l’energia generata in modo da non riportare danni. In che modo? Semplicemente rimbalzando come una palla. Alla base di tutto un principio definito integrità tensionale, o “tensegrity” in inglese. Per capire meglio di cosa si tratta è utile dare uno sguardo al filmato in streaming di seguito.
Al contrario di quanto avvenuto fino ad oggi, questo approccio prevede la possibilità di progettare automi costituiti interamente da aste e cavi. In questo modo è possibile dar vita a strutture senza alcuna “connessione rigida” (si pensi ad esempio alle braccia articolate dei robot), molto robusti ed estremamente leggeri. Una volta atterrati sul pianeta, questi potrebbero muoversi letteralmente rotolando su se stessi, adattandosi così a qualsiasi tipologia di terreno, anche quelle più accidentate.
Per controllarli serviranno ovviamente nuovi sistemi: per questo motivo il team composto da Agogino e da Vytas SunSpiral sta perfezionando una tecnologia chiamata Central Pattern Generators, che si basa su complessi algoritmi di intelligenza artificiale ed elementi in grado di generare un moto oscillatorio ispirandosi agli studi delle neuroscienze. Non è dato a sapere se e quando un robot di questo tipo potrà essere impiegato dalla NASA in una vera e propria missione spaziale.