Microsoft Surface Pro 3 è un dispositivo nuovo e peculiare, peraltro distribuito in un momento del tutto strategico per l’evoluzione del mondo Microsoft in ambito consumer (e non solo). Giudicare Surface, quindi, è qualcosa che va oltre le tradizionali prove di laboratorio su prestazioni e caratteristiche: la redazione di Webnews ha voluto testarlo più a fondo, mettendolo alla prova all’interno di un esperimento complesso nel quale Surface è stato al centro del lavoro, al cuore dell’operatività durante un lungo viaggio di grande intensità. Nessuna alternativa, quindi: Surface dal mattino alla sera e anche oltre, per sperimentarne il rapporto vivo che se ne può trarre.
Il pollice è alto, ma se un giudizio è per sua natura soggettivo, quel che conta è soprattutto la motivazione che porta a questa conclusione. E bisogna partire anzitutto dal contesto, poiché è questo l’ambito nel quale Surface è stato provato e giudicato: mentre il team seguiva i lavori delle tappe di viaggio tra Napoli e Vienna, ogni aggiornamento è stato prodotto sul device Microsoft, elaborato in condizioni operative difficili e messo alla prova in modi estremamente differenti e non prevedibili.
Il Surface utilizzato è un Surface Pro 3 da 128 GB con processore Intel Core i5 che si è presentato al nostro test con un immediato problema: impossibile riconoscere l’account Microsoft, impossibile dunque procedere con la personalizzazione dell’interfaccia e l’accesso alle applicazioni. Gli ostacoli si sono però presto ripianati grazie all’assistenza online del gruppo: la cordiale risposta dell’anonimo soccorritore sulla chat ha semplicemente individuato l’errore tramite i codici forniti ed ha svelato la banalità dell’intoppo: la data sbagliata sul dispositivo non consentiva l’autenticazione su Windows 8.1 Pro e una semplice correzione dell’anno ha invece spalancato l’accesso ad account, sistema operativo e tutto il resto.
Adattabilità e versatilità
Quando si lavora in ufficio le condizioni esterne sono stabili, prevedibili ed ottimizzate: piani fermi, temperatura gradevole, condizioni di luminosità ottimali, seduta composta e gomiti appoggiati. Quando si lavora in mobilità, invece, nulla può essere dato per scontato e l’adattamento al contesto lavorativo è la somma tra l’elasticità dell’utente e le possibilità concesse dallo strumento in uso.
Surface a tal proposito ha risposto molto bene alle sollecitazioni. Lo si è adoperato su sedie ricurve, sull’appoggio morbido di un letto di hotel, sulle gambe mentre il bus dondolava, in mano per effettuare dimostrazioni al volo e in altre circostanze ancora. La versatilità è il primo valore individuato, quindi, poiché ogni aspetto del design contribuisce ad ottimizzare l’esperienza d’uso.
I difetti non mancano e sembrano essere più che altro elementi di debolezza che una maggior ottimizzazione del software potrebbe facilmente eliminare. In generale è però la risposta del device ad assecondare bene le necessità dell’utente, rendendo comodo l’utilizzo e rapida la riconfigurazione generale nel momento in cui cambiano le condizioni di lavoro (aspetto che la mobilità può facilmente presentare, soprattutto a bordo di un veicolo o comunque in contesti con condizioni variabili).
Surface Pro 3: caratteristiche
Le caratteristiche tecniche del dispositivo sono note da tempo e il mercato sembra già aver trovato una prima collocazione per un dispositivo ibrido che per sua natura dovrà faticare non poco per spiegare cosa è, come si colloca e cosa può dare all’utente che opta per l’acquisto. Inutile infatti chiedersi se Surface Pro 3 sia un tablet o un pc: semplicemente è entrambe le cose, in base alle esigenze dell’utente in un dato momento, e il vantaggio è soprattutto nella possibilità di cambiare da una configurazione all’altra senza soluzione di continuità, senza attriti e senza frizioni.
Connettori magnetici
Tra gli aspetti più interessanti che difficilmente emergono dalle recensioni v’è la scelta di connettori magnetici per l’aggiunta di una tastiera o per il collegamento all’alimentazione. L’esperienza di Webnews che ha implicato lavori in condizioni di movimento continuo, ad esempio, ha evidenziato la bontà della scelta poiché la dinamica di connessione risulta pilotata dalle guide magnetiche ed il “clak” di congiunzione non fa altro che chiudere il percorso della mano verso il device. Nonostante le due connessioni siano rese complesse dalle ridotte dimensioni dei connettori, dunque, la semplicità della scelta magnetica facilita radicalmente la chiusura positiva dell’operazione.
Interessante è la disponibilità di una presa USB nel trasformatore disponibile sul cavo di ricarica: trattasi di un piccolo espediente molto utile per mettere in carica anche altri device complementari (quale ad esempio uno smartphone) senza dover per questo occupare la presa USB prevista sulla fiancata del dispositivo.
Pennino
Positiva anche l’esperienza con la penna digitale. Si partiva in tal senso con un certo scetticismo, maturato negli anni a seguito di ripetuti esperimenti con strumenti similari. In realtà il pennino in dotazione con Surface Pro 3 si è dimostrato complementare alle altre modalità di interazione (touch o tastiera), permettendo interazioni più precise sul desktop laddove il dito non è sufficientemente comodo e la tastiera non è sufficientemente rapida. L’accesso immediato a OneNote con un semplice click sul pennino, inoltre, lo rende lo strumento ideale per trasformare Surface in un blocco per gli appunti.
La scrittura a mano libera è gradevole e scorrevole, ma non si può ancora pensare di utilizzare il display in sostituzione piena della carta: la rapidità di scrittura di chi prende appunti necessita di affinamento ulteriore poiché le tempistiche di input rimangono ancora un collo di bottiglia difficile da superare.
Peccato, infine, per l’assenza di un sostegno magnetico anche per il pennino: per accompagnarlo a Surface occorre pizzicarlo sull’eventuale tastiera in dotazione, oppure va conservato separatamente dal device con il rischio di smarrirlo o di non averlo immediatamente a disposizione quando necessario.
Perno di appoggio
Stabile e rassicurante: è questa la sensazione che se ne ricava. L’apertura del perno posteriore per il sostegno del display in posizione verticale (abilitante di un lavoro con seduta) può essere effettuata scorrendo il dito su uno degli spigoli dello stesso alla ricerca di un piccolo vano sul quale far forza con il dito. Impossibile dunque una apertura casuale, anche perché il sostegno aderisce bene alla scocca del Surface e dopo una settimana d’uso non manifesta alcun cedimento: il movimento rimane sicuro nelle varie posizioni e l’appoggio è pertanto stabile, senza indecisioni. La sottigliezza del perno lo rende un elemento di gradevole design, ma è soprattutto la sua utilità ad uscirne vincente: anche solo piccole sbavature in questo elemento potrebbero rendere l’intera esperienza molto più complessa.
La tastiera
La tastiera si aggancia con facilità al display e la sua attivazione è immediata. Facile la digitazione sui testi e comodo l’uso della keyboard in funzione di cover del display. Il punto debole dell’intero dispositivo è però identificabile nella trackpad poiché è l’unico elemento (peraltro uno dei più sollecitati) ad aver evidenziato sbavature in alcune condizioni d’uso. In particolare la trackpad risulta di difficile utilizzo quando la tastiera non è supportata da una superficie rigida e la pressione del dito per il click non trova un supporto sulla quale essere esercitata: la flessione del corpo tastiera ammortizza l’input umano e lo stesso non si concretizza nel click desiderato. Il problema è del tutto assente quando la digitazione è su una superficie rigida (ad esempio su un tavolo o scrivania), mentre si rende più evidente qualora l’appoggio non sia stabile né lineare.
Essendo la tastiera un elemento venduto a parte, si può pertanto valutarne con maggior consapevolezza la vera necessità o la possibilità di abbandonarne del tutto l’uso pur senza dimenticare che Surface rimane un pc anche al netto di pulsanti fisici con cui digitare (la tastiera virtuale sullo schermo è ormai prassi quotidiana per chiunque operi su tablet e non comporta grosse difficoltà operative nel caso in cui si debbano soltanto mandare email, compilare moduli o altri compiti non particolarmente probanti).
Tastiera, touch, trackpad e pennino: inizialmente il mix di opportunità è potenzialmente eccessivo poiché l’aggiunta di sistemi di input necessita di una certa capacità di adattamento anche da parte dell’utilizzatore. Quella che sembra essere una difficoltà iniziale, presto diventa però un’opportunità facile da sfruttare, soprattutto quando le condizioni di lavoro richiedono capacità d’adattamento. La versatilità è dunque un valore che Surface può sprigionare, ma che è in gran parte da ricercarsi nel bagaglio umano e nell’apertura a nuove, molteplici e concomitanti, modalità di interazione con la macchina.
Il sistema operativo
Inutile giudicare Windows 8.1 Pro poiché una volta di più si sconfina il campo della piena soggettività. Piace o non piace, e su questo il mercato sembra essersi polarizzato in modo forte negli ultimi mesi. Quel che è certo è il fatto che il sistema abbia ancora vari passi avanti da compiere per rendere quanto più semplice possibile l’approccio con l’utente, ma al tempo stesso occorre certificare altresì rapidità e stabilità in tutte le condizioni di lavoro affrontate: semplice interazione testuale, massiccia navigazione (con utilizzo di vari browser), editing di immagini ed editing video. Il test non ha mai evidenziato indecisioni da parte del sistema ed anzi ha messo in luce l’estrema rapidità di accensione con accesso ai contenuti entro pochi secondi.
Batteria
Una giornata di lavoro senza dover ricaricare il device: sebbene possa essere una sorta di valutazione spannometrica, è questa la misura con cui è possibile giudicare la durata delle batterie dopo una settimana di lavoro su Surface Pro 3: accensioni e spegnimenti in sequenza, con l’utilizzo contemporaneo di vari software e app di editing per foto e video, hanno consentito di lavorare senza particolari contraccolpi per ricaricare la sera e ripartire il giorno successivo. I consumi energetici e l’autonomia sono pertanto stati notevolmente migliorati rispetto alla generazione antecedente, regalando a Surface un’esperienza più comoda e piacevole in mobilità.
In conclusione
Surface Pro 3 non è il device perfetto e questo può essere colto da Microsoft come una opportunità per sviluppare ulteriormente il proprio dispositivo. Al tempo stesso, Surface è oggi un ibrido che piace e che incuriosisce perché è più di un tablet e più di un pc: è entrambi, contemporaneamente, in base alle necessità immediate di chi ne fa uso.
I lavori di Webnews durante il viaggio sono stati intensi e complessi e per questo motivo serviva un device di piccole dimensioni, facilmente adattabile a varie condizioni di lavoro e sufficientemente potente per sostenere la varietà di processi da completare. La risposta di Surface è stata del tutto all’altezza, sposando appieno quelle che erano le necessità manifestate. L’esperienza non è stata scevra di difficoltà: dall’intoppo iniziale alla complessità di orientarsi sul Microsoft Store alla ricerca di app utili, passando per la ricerca non sempre lineare di talune utilità. Sempre e comunque, tali frizioni sono però addebitabili più che altro al sistema operativo, la cui complessa genesi vedrà chiudersi il cerchio soltanto con la prossima release. Surface invece dimostra di essere cresciuto meglio e più in fretta, arrivando fin da ora a mettere assieme forma e sostanza all’interno di un form factor innovativo.
Il prezzo? Alto, secondo alcuni. Ma probabilmente il problema sta nel raccontare appieno cosa sia davvero Surface Pro 3: più di un tablet, ma anche più di un pc, dentro un corpo pensato per offrire versatilità e solidità. Surface Pro 3 non è pertanto una alternativa a tablet e desktop soltanto nella mente di chi non intende soverchiare l’idea che ha di queste due categorie: in qualità di ibrido, Surface dovrà conquistarsi uno spazio proprio sottraendolo ad altri, ma soprattutto dando corpo ad una nuova idea di prodotto che soltanto una piccola parte di mercato ha già ben allocato nel proprio orizzonte.